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Londra e Genova, città modello per il recupero degli sprechi alimentari

Londra e Genova sono due città che hanno trovato un fronte comune per combattere un problema globale, che si presenta in quantità maggiore a seguito delle feste natalizie: quello degli sprechi alimentari. Il “City Harvest London“, la più grande organizzazione della capitale del Regno Unito, specializzata nel recupero e nella donazione delle eccedenze alimentari, alla ricerca di partner nel mondo, ha da poco stretto un’alleanza con la “Qui Foundation“. Con il progetto “Pasto Buono“, la fondazione lavora in Italia con lo stesso obiettivo: ridurre gli sperperi e ridistribuirli a chi si trova in difficoltà.

Numerosi i successi riscontrati a Londra dal City Harvest. L’organizzazione, in media, salva 6 tonnellate di cibo ogni settimana, trasformandole in una vera risorsa per i bisognosi. Gli alimenti, recuperati da supermercati, ristoranti e locali commerciali vengono poi donati a 130 mense caritative della città, che cucinano e servono le pietanze ai loro assistiti. La Qui Fondation si dice orgogliosa “di iniziare a collaborare con una realtà simile – si legge in un comunicato diffuso dalla Fondazione – e di aggiungere un tassello nella cooperazione internazionale contro un problema comune a tutti i paesi d’Europa e del mondo. Di fronte a un problema mondiale, è fondamentale agire insieme, confrontandosi e operando in modo coordinato“.

Un patto stretto grazie all’esempio della piattaforma dell’Unione Europea contro gli sprechi alimentari, ovvero un’assemblea composta da 70 persone, 33 rappresentanti di Paesi membri e organizzazioni internazionali contro la fame e 37 rappresentanti del settore privato, che si è riunita per la prima volta a fine novembre. L’obiettivo degli incontri, che proseguiranno fino al 2019, è dimezzare gli sprechi nell’Unione del 50% entro il 2030.

L’accordo tra City Harvest London e Qui Fondation, è l’ennesima prova che il Bel Paese sta diventando un modello di sostenibilità per gli altri membri dell’Ue. E ciò lo confermano anche gli ultimi dati, diffusi nei giorni scorsi, che rivelano che ogni italiano getta nella spazzatura circa 164 chili di cibo l’anno. Meno dei francesi (169 kg) dunque, dei tedeschi (171 kg), e degli svedesi (187 kg). Un dato significativo dovuto anche alla legge approvata nell’agosto del 2016 dal Parlamento italiano che aiuta e agevola i ristoratori a donare gli alimenti non impiegati in cucina. Anche le abitudini dei cittadini sembrano essere cambiate, dal riciclo nella differenziata (sempre più italiani separano l’immondizia) alla lettura delle etichette con provenienza, conservazione e scadenza dei generi alimentari.

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