In un momento storico in cui le posizioni differenti tra tradizionalisti e progressisti animano il dibattito all’interno della Chiesa è interessante osservare quali derive un certo modo di intendere l’integralismo cattolico abbia prodotto nel tempo. Un caso poco conosciuto ma al contempo eclatante è quello della cosiddetta “famiglia dei Cenacoli Serafici”. Vi troviamo una suora – e una sua consorella – che poi esce dall’ordine ma che continua a essere chiamata “suor”, e le presunte visioni prima di Gesù e poi della Vergine Maria con tanto di previsioni catastrofiche e messaggi critici verso la Chiesa. Insomma, un groviglio di avvenimenti con sfondo millenaristico viaggiando sempre al confine tra l’adesione ai principi cattolici e il conflitto con la dottrina vigente, con protagonisti vicini o dentro la comunità ecclesiale anche se fortemente in contrasto con essa. Una confusione “utile” a veicolare i messaggi apocalittici.
La storia ha origine nel 1969, allorché Floriana De Marchi, ex sorella della Francescane Missionarie del Sacro Cuore (al secolo Antonia De Marchi), fonda il movimento dei Cenacoli Serafici, con l’aiuto di un frate cappuccino, padre Egidio Loi. Qualche anno prima, nel 1963, Floriana e una consorella erano state trasferite a Borgo Grappa, una località del centro Italia vicina a Latina, dopo l’annuncio che essa stesse fece di rivelazioni da parte di Gesù Crocifisso che – sempre secondo la donna – le avrebbe chiesto di fondare i Cenacoli per radunare persone semplici ed elette al fine di salvare il mondo da un castigo imminente.
Da qui in poi però iniziano una serie di incongruenze (le quali però non hanno fermato il culto). La prima, più eclatante, è la presunta “grande prova” che sarebbe dovuta accadere nel 1999, anno che però è passato indenne. Altro atteggiamento considerato come una “stortura” dalla Chiesa ufficiale è il passaggio da “rifiutati” ad “eletti” per i soli membri dei Cenacoli, a prescindere dall’appartenenza alle parrocchie. Anzi, i sacerdoti e i vescovi vengono criticati per le loro posizioni troppo blande rispetto alla fede e accusati di non aver così rispettato la dignità della missione loro affidata.
Gli stessi aderenti al Cenacolo vengono spinti ad essere sempre più fervorosi: castità anche nel matrimonio dopo la procreazione, austerità nel vestire, niente abiti succinte né pantaloni per le donne,
frequentazione della Messa con il capo coperto da un velo bianco, in piedi o possibilmente in ginocchio, no all’Eucaristia in mano. Malviste le aperture del Consilio Vaticano II e le svolte moderniste della Chiesa attuale. Lo stile di vita auspicato è umiliato e nascosto. Grande attenzione però ai sacramenti della confessione e della comunione.
Elementi contrastanti dunque, come detto, che ai più possono far sembrare l’esperienza dei cenacoli come positiva. Peccato però da Floriana in poi i seguaci dei cenacoli non prevedano né cerchino l’autorizzazione della Chiesa ufficiale, che anzi deve essere esclusa dalla partecipazione ai Cenacoli stessi.
Ma Floriana non lascia, raddoppia. Dopo le visioni con Cristo, arrivano quelle con la Madonna, precisamente il 24 maggio 1968. La Vergine avrebbe reiterato l’invito di Gesù ad aprire questi Cenacoli, poi creati a Bassiano, in una località denominata Eremo. Le indagini della Curia sulle dichiarate apparizioni hanno sempre dato esito negativo, così come le dicerie su un presunto placet del vescovo di Treviso Negrin mai riscontrato effettivamente. Anche il vescovo di Latina Compagnone parlò di “non veridicità” del culto, tanto da sospendere “a divinis ipso facto” i presbiteri che avessero organizzato pellegrinaggi all’Eremo; posizioni simili sono state prese anche dal vescovo di Trento, Bressan.
Insomma, la Chiesa non riconosce queste presunte apparizioni che, tra l’altro, alla fine non hanno rivelato nulla. Ma ciò che non fa il clero ha fatto invece lo Stato: nel 1993 i Cenacoli vengono riconosciuti dal Ministro dell’Interno come Ente Morale, e dunque abilitati a ricevere donazioni; attualmente sono presenti nell’elenco della Regione Lazio alla voce “Enti iscritti alle autonomie locali”.
Una Babele, è il caso di dire, con suore che non sono più suore, accostamento ai sacramenti ma contestazione di chi li amministra, previsioni catastrofiche che poi non si rivelano tali, riconoscimento laico ma non vaticano di una struttura che si fonda sulla religiosità. Ogni prima domenica del mese alcune migliaia di seguaci del gruppo si radunano nei pressi di Borgo Grappa (dove la presunta veggente si rifugiò nel 1970) e pregano. In sostanza le parole provenienti da Floriana diventerebbero più importanti della Parola di Dio stesso, rappresentata nelle Sacre Scritture. In questi casi dunque – com’è stato detto dal vescovo di Trento – il rischio è quello di “snaturare il messaggio cristiano”.