Quattro minuti di immagini postati su YouTube l’8 gennaio, il giorno dopo la strage nella redazione di Charlie Hebdo. Per oltre un minuto sullo schermo le minacce dell’Isis vengono accompagnate dai monumenti della Capitale. Il Colosseo, Piazza San Pietro, il Pantheon, i Fori Imperiali, la Fontana di Trevi, un’immagine del Tevere di notte con, sullo sfondo, il Cupolone illuminato. Ma non è un video turistico: è l’ennesimo messaggio di morte lanciato dall’Isis, che il sito Affaritaliani.it ha lanciato per primo.
Il tenore del messaggio, rivolto agli alleati degli Usa, è sempre lo stesso: “Siete voi che avete iniziato una guerra contro di noi e, per questo, pagherete un prezzo molto alto. Avrete paura di viaggiare – prosegue – camminerete nelle vostre strade guardandovi a destra e sinistra terrorizzati dai mussulmani. Neanche nel vostro letto sarete al sicuro. Vi colpiremo a casa vostra. Siamo un problema più grande di ciò che immaginate. Conquisteremo la vostra Roma, sottometteremo le vostre donne, venderemo i vostri figli come schiavi”.
E’ il terzo avvertimento, dopo la minaccia non solo “ai miscredenti”, ma anche alla “vostra Roma”, come simbolo del cristianesimo, e “alle vostre donne” fatto dal portavoce dello Stato Islamico, Abu Mohummed Adnani, in un messaggio di 42 minuti diffuso alla fine del settembre 2014 su twitter. L’allerta, nella culla della cristianità, è massima. Prima ancora, a luglio, in un audio-messaggio diffuso da siti jihadisti, lo sceicco si appellava ai musulmani perché nel mese del ramadan fossero pronti a nuove battaglie: “Se Iddio vorrà, conquisteremo Roma e il mondo intero“.
Mentre il terrorismo minaccia Roma, la Francia si rialza. Il settimanale satirico Charlie Hebdo tornerà in edicola mercoledì: sarà pubblicato in un milione di copie (invece delle consuete 60.000), anche fuori dal territorio francese. A curare il numero i vignettisti sopravvissuti al massacro, che da venerdì sono ospitati negli uffici di Libération per poter lavorare al numero. “Il prossimo numero di Charlie Hebdo sarà un numero ‘normale’ – ha detto il nuovo direttore della rivista satirica francese che ha subìto il sanguinoso attentato, Gerard Biard. – Per dire noi ci siamo sempre, ma ci sono anche i terroristi, quindi ci saranno i numerosi Charlie Hebdo, con tutte le rubriche, gli spazi, consueti, usuali, tutti i vignettisti, tutte le penne di Charlie Hebdo, saranno presenti”.
“Tutti avranno il loro spazio, il loro posto, in questo numero che vuole dire che non hanno ucciso questo settimanale – ha proseguito Biard -. Tutti i lettori vi ritroveranno lo spirito di questa rivista, lo ritroveranno nelle edicole, magari anche coloro che non hanno mai comprato Charlie Hebdo e lo faranno stavolta, devono sapere, non quello che era, ma quello che è ancora Charlie Hebdo e devono sapere che cosa questi assassini hanno voluto attaccare attaccando Charlie”. “Hanno attaccato chiaramente la libertà di stampa, la libertà di espressione, il diritto alla satira e alla caricatura, ma i terroristi hanno attaccato il laicismo. Perché se non c’è il laicismo, nessuna libertà, nessuna fraternità, nessun tipo di uguaglianza è possibile”, ha concluso.