L’invecchiamento dipende dalle lancette dell’orologio biologico. Una scoperta che arriva dopo anni e anni di ricerche, dimostrando come il ticchettio di queste lancette scandisca il ritmo dell’età senile. Ad azionarlo un meccanismo molecolare che agisce in modo diverso in organi diversi e che, per funzionare al meglio, richiede una dieta povera di calorie. Risultato dello studio del lavoro coordinato dall’italiano Paolo Sassone Corsi, direttore del Centro per l’Epigenetica e il Metabolismo dell’università della California a Irvine, e condotto in collaborazione con l’Istituto di ricerca Biomedica di Barcellona, potrebbe aprire la strada a strategie per rallentare il processo di invecchiamento.
Un orologio che regola tutti i cicli biologico
Sassone Corsi, in merito a questo studio pubblicato sulla rivista “Cell”, commenta: “Finalmente è stato rilevato il legame tra l’invecchiamento e l’orologio biologico che regola tutti i cicli biologici, dalla fame al sonno.Da decenni – prosegue – si sa che durante l’invecchiamento i ritmi biologici sono meno efficienti e precisi, ma non è mai stato dimostrato che è l’orologio biologico a regolare il processo d’invecchiamento”.
Future implicazioni
Come riporta l’Ansa, le implicazioni per l’invecchiamento umano potrebbero essere di vasta portata. Infatti, “indicano – afferma l’esperto – che uno stile di vita con il rispetto dei ritmi dell’orologio biologico, così come una dieta a basso tasso calorico, porteranno a un rallentamento dell’invecchiamento”. La scoperta è possibile grazie all’analisi del tessuto del fegato prelevato da topi giovani (di 6 mesi) e anziani (18 mesi). Si nota così che nei primi l’orologio biologico controlla il metabolismo regolando la quantità di energia che viene bruciata, mentre in quelli più vecchi questo meccanismo non funziona molto bene. Riducendo del 30% la quantità di calorie, si dà all’orologio biologico un aiuto fondamentale per “ringiovanire” i tessuti invecchiati.
Dieta ipocalorica e cellule staminali
Inoltre, grazie ad un altro esperimento, gli scienziati sono riusciti ad osservare come l’orologio biologico regoli il funzionamento delle cellule staminali della pelle in topi giovani e anziani: in questi ultimi, il ciclo con il quale le cellule bambine si rigenerano non è più efficiente. Anche in questo caso i dati indicano che una dieta a basso contenuto calorico può aiutare a recuperare un ritmo diverso, più “giovane”, che rallenti l’invecchiamento delle cellule.