“Sto bene, non preoccuparti”. Una telefonata di pochi minuti per rassicurare il figlio e confermare che presto sarà a Mazara del Vallo con tutto l’equipaggio del peschereccio Aliseo. È arrivata a tarda notte la telefonata che il giovane armatore Alessandro Giacalone aspettava da ore.
Solo dopo le 23 ha avuto la possibilità di sentire suo padre Giuseppe, il comandante del peschereccio Aliseo rimasto ferito al braccio e alla testa ieri per i colpi d’arma da fuoco sparati da una motovedetta della Guardia Costiera libica.
“Sono stati pochissimi minuti trascorsi al telefono satellitare di bordo, durante i quali, dalla voce di mio papà, ho potuto constatare che stava bene e che era rimasto ferito solo lievemente”, dice il figlio all’Ansa. A soccorrerlo a bordo sono saliti i medici militari della fregata Libeccio della Marina Militare.
Colpi d’arma da fuoco sparati ad altezza d’uomo
“Mio papà mi ha riferito che i colpi d’arma da fuoco sono stati sparati ad altezza d’uomo – spiega Alessandro Giacalone – e la prova è il fatto che alcuni vetri della cabina di comando sono andati in frantumi. I cocci lo hanno colpito alla testa, mentre un proiettile lo ha ferito di striscio a un braccio”.
L’Aliseo in queste ore sta facendo rotta verso il porto di Mazara del Vallo. Il peschereccio viaggia alla velocità di circa 9-10 nodi all’ora. Dovrebbe arrivare all’alba di domani, sabato 8 maggio. A bordo i sette uomini d’equipaggio, compreso il comandante: cinque sono italiani, due tunisini.
Il motopesca era uscito venti giorni fa per una lunga battuta di pesca del gambero rosso. La zona dove ieri è avvenuto l’abbordaggio da parte della motovedetta libica è particolarmente pescosa, battuta dai pescherecci della marineria mazarese.
L’assalto al peschereccio e l’arrivo dell’unità militare italiana
L’assalto è avvenuto ieri a 35 miglia a nord della costa di Al Khums, “all’interno della Zona di protezione di pesca nelle acque della tripolitana” come ha comunicato la Marina Militare intervenuta sul posto in soccorso con la fregata Libeccio. Un tratto di mare definito “ad alto rischio” dalle nostra autorità. L’arrivo dell’unità militare italiana ha convinto i militari libici a rilasciare l’imbarcazione che ha subito fatto rotta verso Mazara del vallo