Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) sta sostenendo un’iniziativa del governo liberiano per registrare più di 70 mila bambini le cui nascite non sono state registrate durante la crisi dell’ebola, lasciandoli esposti all’emarginazione e all’esclusione sociale. Secondo i dati del ministero della Salute di Monrovia, le registrazioni delle nascite nel 2014 e nel 2015 sono calate sensibilmente rispetto ai livelli pre-crisi: nel 2013, prima della comparsa del virus, sono state registrate 79 mila nascite, mentre nel 2014 il numero di registrazioni è crollato a 48 mila, in calo del 39 per cento rispetto all’anno precedente. Dall’inizio di quest’anno sono stati invece solo 700 le nascite registrate.
“I bambini che non sono stati registrati al momento della nascita ufficialmente non esistono”, ha dichiarato Sheldon Yett, rappresentante dell’Unicef in Liberia. “Senza la cittadinanza, i bambini della Liberia, che hanno già sperimentato sofferenze terribili a causa dell’ebola, sono a forte rischio emarginazione dal momento che non hanno diritto di accedere all’assistenza sanitaria di base e ai servizi sociali e di ottenere documenti di identità, restando esposti a rimanere vittime del traffico di minori e delle adozioni illegali”, ha aggiunto Yett. L’Unicef supporterà il processo di registrazione attraverso la formazione e la logistica e avvierà entro la fine di quest’anno una campagne di sensibilizzazione nazionale con l’obiettivo di raggiungere tutti i bambini non registrati nel 2014 e nel 2015.