Tasse addio, anzi arrivederci. Da oggi non lavoriamo più per pagare il fisco e i nostri guadagni potranno finalmente tornare a salire. Ci stiamo addentrando verso la “rivoluzione liberale” tante volte invocata da Berlusconi? Neanche per idea. Si tratta semplicemente di un periodo (anzi di una parentesi) dell’anno in cui i nostri portafogli non saranno svuotati da balzelli, gabelle e compagnia cantando.
Quattro anni fa la “festa per la liberazione dalle tasse” si festeggiava il 14 giugno, una settimana prima come ricorda la Cgia di Mestre che osserva come il giogo tributario sia diventato sempre più pesante e oneroso per gli italiani, da nord a sud della penisola, anche se c’è chi paga di più.
I più oberati dal fisco sono i napoletani, seguiti dai bolognesi. Ma la festa non è per tutti: fra gli operai che rientrano in una certa fascia reddito la “ricorrenza” è caduta il 13 maggio mentre per chi ha redditi superiori ai 24mila euro deve lavorare per pagare per 173 giorni.
Il calcolo del giorno di liberazione fiscale 2015, ha spiegato la Cgia di Mestre, deve in ogni caso tenere conto dell’incognita della tassazione locale, con aliquote delle imposte aumentate in molti comuni e con alcuni italiani quindi più penalizzati di altri.