Lettera al direttore sull’editoriale “Una scelta luminosa”

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Caro don Aldo,
c’è un solo modo per evitare che il dialogo costruttivo con i non cristiani e i non credenti venga confuso con il sincretismo religioso: che si smetta di parlare di dialogo interreligioso. Le religioni, infatti, non possono dialogare, per il semplice fatto che ognuna di esse è implicitamente custode di quella che ritiene essere la verità, evidentemente in antitesi alle presunte verità delle altre religioni. I cristiani possono e devono senz’altro dialogare con tutti, indipendentemente dalla loro fede e da una ricerca privilegiata di un dialogo con ebrei e musulmani (perché poi: non se ne capisce il motivo se non sotto un aspetto diplomatico-politico!), ma i cristiani possono e devono dialogare solo su un piano umano, morale e politico, mentre da un punto di vista strettamente religioso essi sono solo tenuti ad annunciare il vangelo di Cristo come unica e compiuta verità religiosa e ad operare di conseguenza. Si devono “rispettare” ebrei e musulmani in quanto fratelli non in quanto portatori e testimoni di una visione parziale e/o distorta della fede e della religiosità, e anzi ai primi va continuamente e doverosamente rivolto l’umile e non arrogante invito a convertirsi a Cristo mentre ai secondi va chiaramente detto e ridetto che la cosiddetta “terza rivelazione” (quella che si sarebbe avuta con Maometto) è semplicemente un’eresia grossolana e offensiva che i cristiani non potranno mai rispettare per il semplice fatto che finirebbero eventualmente per mancare di rispetto al loro unico e vero Dio. Questo io credo e ve lo partecipo con immutata e fraterna stima.

 

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