David Tobini è morto nel 2011, a soli 28 anni, per salvare i suoi compagni durante un’azione in Afghanistan contro i talebani. Il 25 luglio alle 4.15 di mattina, i soldati italiani, assieme a forze afghane, sono entrati in un villaggio dove erano stati segnalati materiale esplosivo e ordigni. Dopo aver compiuto ‘positivamente’ la loro azione, all’uscita del villaggio sono stati attaccati da un gruppo di insorti che ha fatto fuoco su di loro. La mamma di David trascorrerà il quarto Natale senza il figlio, e in una lettera accorata – pubblicata in esclusiva su Interris.it – si scaglia contro la politica, quella che non ha saputo cambiare l’Italia, che non ha fatto nulla affinché il sacrificio estremo di David e di altri come lui, fosse utile per cambiare il Paese. Uno schiaffo all’incapacità delle istituzioni ad interpretare il proprio ruolo.
Egregio presidente Renzi,
sono Anna Rita Lo Mastro, la mamma di David, 41.mo caduto in Afghanistan. Scrivo queste righe per esprimerle tutta la mia indignazione verso ciò che sta accadendo. Mafia Capitale, ruberie, corrotti, vane promesse per muovere un’economia che resta imprigionata nella depressione: per questa Italia è morto mio figlio?! Per questo schifo hanno dato la vita altri ragazzi in divisa?
Come cittadina ho il diritto che hanno tutti gli italiani di sapere e chiedere dove vanno a finire i nostri sacrifici e gli onerosi tributi ai quali siamo sottoposti. Ho il diritto, visto che oltretutto ho perso un Figlio per la nazione, di essere rammaricata e arrabbiata per essere rappresentata, come i media ci informano, da personaggi che certo non portano alto l’onore di quella che ancora molti di noi considerano patria. I soldi sequestrati, che a quanto pare non sono stati guadagnati in modo legittimo e trasparente, in quali casse andranno a finire? Visto l’orlo del precipizio sul quale ci troviamo perché non destinarli al loro giusto posto per realizzare gli obiettivi che rappresentavano il programma di coloro che sono stati eletti? Già, eletti da un popolo che non hanno avuto vergogna di tradire!
Vogliamo che termini la vergogna di vedere gente anziana rovistare nei cassonetti dopo aver lavorato onestamente una vita. Guardando e leggendo notizie sui vari quotidiani, il mio dolore si eleva a livelli esponenziali. La mia rabbia cresce, perché devo ricordarvi che mio figlio, come tanti altri, ha dato il sangue per questa nazione di cui oggi non possiamo che vergognarci.
Siamo sommersi da disservizi, né siamo tutelati sotto alcun punto di vista. Paghiamo tasse esorbitanti, per ciò che abbiamo costruito a nostre spese e con fatiche di una vita. A noi cari signori, nessuno ha elargito compensi e contributi generosi, per aver quel poco che abbiamo a suon di sacrificio, sudore… e sangue.
Dico ai politici: dove sta scritto che io, contribuente cittadina italiana senza nessuna pecca se non quella di avervi dato un figlio, perso soprattutto per voi, debba restar seduta ad assistere a questa vergogna che avete creato? A nome di tutti i cittadini italiani, esprimo la rabbia e la totale disistima nei confronti di chi sta affossando questo Paese, rammentandovi che nessun colore o nessun simbolo politico può giustificare tanta vergogna! Mio figlio non c’è più, ma parlo a nome anche delle altre mamme italiane che pur avendo il figlio vivo non riescono a vedere per loro un futuro. E senza di quello, anche il Paese è già morto”.
Ha collaborato Maurizio Piccirilli