“Non ho mica saltato come Baumgartner (paracadutista e base jumper austriaco, che ha fatto il record del salto più in alto in caduta libera, ndr) da una capsula nello spazio, eppure mi ha visto tutto il mondo. Sto facendo qualcosa fuori dal sistema, ma che allo stesso tempo si svolge dentro di esso, in mezzo a questa società. E’ un fatto tangibile, e in qualche modo avventuroso”. C’è tutta la meraviglia di una ragazza di 23 anni nelle parole di Leonie Muller, da pochi mesi diventata suo malgrado un simbolo planetario per tutti i giovani “in cerca di libertà”.
Tutto nasce da una litigata con il proprio padrone di casa, dopo la richiesta di aumento dell’affitto. Insostenibile, così come era impensabile tornare a casa per una giovane alla ricerca della propria indipendenza. Così ha pensato come poter vivere, e ha trovato una soluzione originale: passare da treno in treno, lavandosi nei bagni dei vagoni, fermandosi da parenti e amici. Inizialmente quest’ultimi erano pochi, ma ora il clamore della sua avventura le ha spalancato le porte in ogni città che visita. L’abbonamento mensile alle ferrovie tedesche le costa 300 dollari, e non ha praticamente altre spese.
Intanto continua a studiare Scienze della Comunicazione, e la sua storia si sta trasformando nella tesi di laurea. Non certo una sbandata, dunque, ma una giovane che sta dimostrando come l’effimero che blocca tantissimi suoi coetanei – incapaci di rinunciare persino ad una play-station, di immaginare una vita fatta di relazioni, incontri, studio, approfondimento e tanto divertimento – sia in realtà una gabbia dalla quale è possibile uscire. Attenzione: la sua non è una crociata contro la tecnologia, ma un riappropriarsi della voglia di scoprire il mondo, rimettendo in fila ciò che un essere umano deve considerare priorità. Dunque poco o nulla destinato all’effimero, il giusto per garantirsi la sopravvivenza, tantissimo ai rapporti interpersonali. Uno schiaffo al consumismo.
Leonie, studentessa all’Università di Colonia, ha preso così il suo pc, i libri ed è salita sul primo treno. Poi di tappa in tappa ha iniziato un diario pubblico sul suo blog (tyatravel.com), dove racconta l’incredibile normalità della vita. “Mi sento veramente a casa sui treni – racconta – e posso far visita a tanti amici e città. E’ come essere in vacanza tutto il tempo. Vorrei con la mia storia ispirare persone a mettere in discussione le proprie abitudini e le cose che ritengono essere normali. Ci sono sempre più opportunità di quanto si pensi”.
Poche parole, ma illuminanti. E la notorietà le è piovuta addosso come un temporale d’estate: “Come studente di Scienze della Comunicazione conosco il potere dei media, la dinamica virale del mondo dei media. Ma io non sono quella che si trova in un gruppo di persone, racconta le storie avventurose e gli scherzi più divertenti in cerca di applausi. Io sono invece quella che alla fine si ritira da una folla enorme di persone, si siede in un angolo, apre il notebook, osserva e scrive; atteggiamento che alternativamente viene visto come presunzione o timidezza.
“Si potrebbe pensare – dice – che i media non hanno niente altro da scrivere, visto che siamo in estate, e che dunque si occupano di questo progetto. Può essere un sospetto, ma è un fatto che si siano interessati dal Perù, Spagna, Australia, Gran Bretagna, Indonesia, Francia, Stati Uniti, Russia, Singapore e Ungheria, e altri Paesi ancora”.
Ha ragione lei. La sua non è solo una storia estiva, è un insegnamento di vita. Un esperimento, non una scelta definitiva, che però testimonia come sia possibile staccarsi da quei cliché che impediscono qualunque cambiamento di vita. Nelle menti e nei cuori dei giovani, ma non solo nei loro…