È stata presentata a Roma la quindicesima edizione di “Ecosistema Scuola”, un’indagine annuale effettuata da Legambiente sulle strutture e sui servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado effettuato in 94 capoluoghi di provincia italiani. I dati che emergono sono allarmanti. Basti pensare che il 58% delle scuole è stato costruito prima dell’entrata in vigore della legge antisismica del 1974. Dato inquietante, tanto più che secondo il rapporto il 41,2 % delle strutture risulta essere edificato in aree a rischio sismico e l’8,4% in zone a rischio vulcanico.
Ma il problema non è solamente di dove effettivamente sono state costruite le scuole, molte di esse non sono dotate neanche dei certificati necessari – come quello della prevenzione incendi – e solo nel 22,2% degli istituti è stata effettua la verifica per la vulnerabilità sismica. La prima città con le scuole migliori – inteso come qualità edilizia – è Trento, al secondo posto troviamo Pordenone mentre al terzo si piazza Forlì. Il rapporto di Legambiente evidenzia anche che a causa della “crisi economica e la minore disponibilità dei Comuni ad investire, anche a causa dei vincoli posti dal patto di stabilità, ha portato inoltre ad un calo delle scuole che hanno servizi scuolabus (22,5%) e pedibus (5,2%)”.
Tra i comuni che investono di più nelle scuole spiccano Bolzano e Reggio Emilia, Prato si distacca per l’istallazione di impianti di energia rinnovabile, mentre Bolzano, Cuneo, Frosinone, L’Aquila e Pisa si contraddistinguono per la somministrazione di pasti 100% biologici.