“Legalità. Un investimento per l’Italia e l’Europa”. E’ il titolo del convegno che si è svolto ieri presso la Prefettura di Benevento e che ha visto la partecipazione del Vice capo della Polizia Prefetto Matteo Piantedosi, il Sindaco della città Fausto Pepe, il dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale Angelo Francesco Marcucci, il presidente del tribunale di Benevento Michele Cristino, il sostituto Procuratore della Repubblica di santa Maria Capua Vetere Carlo Fucci, l’ex segretario della Cisl Raffaele Bonanni e don Aldo Buonaiuto dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.
La legalità in tutte le sue sfaccettature è stata dunque il fil rouge del convegno, che ha visto anche la partecipazione degli studenti degli istituti scolastici superiori della città che sono stati invitati dal prefetto ad avere fiducia nelle pubbliche amministrazioni, di cui fa parte anche la scuola che dovrebbe essere il primo luogo dove poter far nascere e crescere la democrazia, il rispetto dei diritti umani e la formazione di cittadini attivi e responsabili.
“Un giorno voi ragazzi – ha detto don Aldo – se avrete un ruolo sociale, ricordatevi di considerare e far sentire ogni singola persona molto importante. E’ uno degli insegnamenti di don Oreste Benzi, che dava la precedenza alle persone alle quali nessuno dava importanza, quelle scartate dalla società o addirittura disprezzate. Parlando di giustizia e legalità, dunque, vorrei prima farvi riflettere sulle ingiustizie. Chi è credente sa che Gesù è venuto a portare la Giustizia. Sempre don Oreste diceva: non si può fare per carità ciò che va fatto per giustizia. Ecco – ha proseguito don Aldo Buonaiuto – dobbiamo ricordarci che ogni persona ha gli stessi diritti, ma è una frase che spesso diciamo come slogan.
“Dobbiamo renderci insopportabile l’ingiustizia – ha proseguito – non facendo agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi, ma anche combattendo e denunciando quando vediamo che ciò avviene. Bisogna mettersi dalla parte di chi soffre l’ingiustizia, di chi viene calpestato, sottomesso, schiacciato, perché magari non ha titolo, ruolo o potere. Tante persone quasi chiedono scusa di esistere, noi dobbiamo metterci dalla loro parte”.
L’intervento di don Aldo ha poi toccato temi di scottante attualità: “A proposito di giustizia, bisogna mettersi dalla parte di chi non può avere voce, come quegli embrioni congelati, abbandonati, di cui nessuno parla.
Dalla parte delle famiglie, oggi tanto bistrattate: noi non siamo esseri indeterminati, a uomini e donne; non siamo genitore 1, 2 e magari anche 3, ma padri e madri. Ognuno di noi ha un’identità, noi dobbiamo metterci dalla parte di chi conosce, vive, ama e crede nella famiglia”.
E ancora un accenno a quegli scienziati che studiano per creare le droghe, le pasticche, i cocktail di policonsumo che distruggono i giovani. Infine un pensiero agli “ultimi”: “Ci sono persone che hanno sbagliato, certo, ma quale uomo non sbaglia. E allora li vogliamo abbandonare, far marcire? Troppo spesso facciamo fenomenologia sui ragazzi, ma poi non ci mettiamo in discussione, non guardiamo a come stiamo facendo diventare questi nostri ragazzi… Non investiamo su di loro, né sui poveri; li usiamo, e quando non ci servono più li abbandoniamo”. Parole durissime, che hanno strappato l’applauso amaro della platea.