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LE SPERANZE DEI MIGRANTI RACCONTATE A TEATRO

Il racconto di una donna che fugge dalla sua terra dilaniata da guerra e distruzione diventa il simbolo di tutti quei migranti che decidono di intraprendere la traversata del Mediterraneo in cerca di una vita migliore. Non è una storia inventata, ma un viaggio realmente accaduto e trasformato in un toccante spettacolo dalla compagnia della “Zona sud” della Comunità Papa Giovanni XXIII. “I colori del viaggio” è un progetto sperimentale di teatro danza che parte da una storia che accomuna molti migranti e spiega cosa spinge questi esseri umani a intraprendere un cammino così pericoloso mettendo in scena l’armonia, i canti e i balli che caratterizzavano i piccoli villaggi di origine prima che la guerra rovinasse tutto.

Le luci si spengono e il pubblico in sala vede una donna tra le dune del deserto che si accarezza la pancia e inizia a cantare una ninna nanna. Dopo giorni di marcia è stanca e impaurita, ma sa che questo viaggio potrebbe offrire a lei e alla creatura che porta in grembo una vita migliore. Quindi, non si ferma e sale su una barca mezza rotta, un gommone che, dopo un giorno di navigazione, si rompe nel bel mezzo del mar Mediterraneo. La donna e i suoi compagni di viaggio cadono in acqua. Sono in molti a morire affogati, ma lei è tra i fortunati che vengono salvati da una grande nave che li porta in Italia. Il viaggio è finito e dopo pochi giorni dà alla luce Baahr, una bambina con gli occhi scuri come il mare di notte.

La storia della piccola Baahr e di sua madre è anche quella di centinaia di donne che decidono di rischiare la vita pur di avere un’occasione di felicità. Sono numeri impressionanti, un esercito di migranti forti ma disperate, una realtà testimoniata non solo dalle immagini che quotidianamente ci mostrano i telegiornali, ma anche dalle istituzioni. L’agenzia europea Frontex ha stimato che sono stati 31.250 i migranti sbarcati in Italia nel periodo che va dal 1 gennaio al 10 maggio 2016 e di questi, come riportato dalla Nazioni Unite, il 48% sono donne. Le “fortunate” che arrivano vive a destinazione, si ritrovano sole in un Paese straniero e troppo spesso diventano facile prede della criminalità, finendo sulla strada. Uno schiaffo al coraggio e alla dignità.

“I colori del viaggio” affronta temi difficili e, forse, non abbastanza affrontati dai media, almeno non dal punto di vista dei migranti. “L’abbiamo raccontato sia alle scuole elementari, sia alle medie –spiega Laura Lubatti, la regista della compagnia teatrale -, ma molti dei bambini ci hanno detto che era una storia che non conoscevano”. Con delicatezza, ma restando fedeli alle storie dei veri protagonisti di questa tragedia umanitaria che ha reso il mare Mediterraneo un cimitero, gli attori si rivolgono a un pubblico variegato, a volte “difficile”. Infatti, oltre ai bambini delle scuole, la compagnia si è esibita nella Casa circondariale di Trepunti di Giarre (Catania), dove oltre ai 70 reclusi erano presenti gli stessi giovani detenuti proprio per immigrazione illegale. “In mare la gente muore veramente”, ha commentato commosso un giovane migrante. Nella realtà vissuta da migliaia di persone ogni giorno il lieto fine è tutt’altro che scontato.

Liberamente tratto da “Sempre”, mensile fondato da Don Oreste Benzi

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