Eā uno strano meccanismo quello di internet. Crea una memoria indelebile di ciĆ² che ĆØ avvenuto, ma, differentemente da quanto accade per i ricordi della nostra mente come per quelli di un vecchio giornale che ingiallendo ci aiuta a recuperare i tempi in cui fu scritto, non contestualizza i fatti riportati.
La pagina di un video ĆØ sempre bianca, sembra a tuttora appena scritta e calata nel presente. Questo ci dĆ la possibilitĆ di un particolare esperimento, quello di guardare ad āun passato avvenuto oggiā e, quindi, di poter esaminare le vicende passate come fossero pubblicate oggi ed ancora di comportarsi come quasi ci si trovi giĆ nel futuro.
In questo strano tempo informatico, abbiamo la possibilitĆ di rileggere ciĆ² che, nel passato di quella pagina on line ancora candida, fu detto da uomini politici diventati autorevoli e determinanti nel nostro futuro-presente. E leggere come fosse oggi che il Sindaco di Firenze ā in una intervista a Porta a Porta del 29 ottobre 2013 – riteneva necessaria una riforma della responsabilitĆ civile dei magistrati la quale ānon avesse il retrogusto della ritorsioneā, ma la cui prioritĆ assoluta fosse āil funzionamento della giustiziaā ci dĆ , nel nostro āodierno futuroā del 2015, lāoccasione per sapere che si agirĆ prioritariamente e con forza sulla funzionalitĆ dellāintero sistema e che oggi sƬ, la responsabilitĆ civile dei magistrati ĆØ stata riformata con un consenso generalizzato. CiĆ² senza che alcuno abbia mai pensato a una legge che comprimesse, neanche potenzialmente, la autonomia della Magistratura, la quale se le parole hanno un peso, ĆØ interesse prioritario di ogni politico.
Se le parole hanno un peso!
Ma a chi puĆ² interessare di questo pur importante ultimo tassello nel momento in cui la prioritĆ era il funzionamento della Giustizia? A fronte di uno schema chiaro, in cui la risposta alla domanda dei cittadini sarĆ rapida e soddisfacente, le strutture rafforzate, le regole chiarite, i diritti tutelati, la questione della responsabilitĆ civile ĆØ un dettaglio.
Quindi, se le parole hanno un peso nel nostro esperimento, in questo āodierno futuroā la fiducia dei cittadini nel sistema giustizia sarĆ aumentata ed i magistrati e tutti gli operatori del diritto, a meno che non siano degli autolesionisti, saranno felici di dar risposta alle domande della collettivitĆ ricevendone, in cambio, una forte legittimazione sociale.
Ora il nostro esperimento prevede lo spostamento delle valutazioni nellāodierno-presente. Ed il giudizio finale deve esser certo positivo. Le riforme processuali sono state fatte, i codici rinnovati, le strutture potenziate con nuove assunzioni e nuovi investimenti, i cittadini hanno fiducia nella giustizia e nei propri giudici.
PerchƩ le parole hanno un peso!
O no?