Nei mesi scorsi il governo australiano ha adottato delle politiche per la cattura e per l’uccisione dei grandi squali lungo le coste più popolari del continente. Questo abbattimento selettivo era stato adottato a seguito dei numerosi attacchi da parte dei grandi predatori, a causa dei quali si erano verificate molte morti e molti feriti: ultimo quello in cui un uomo ha perso una mano e parte dell’altro braccio.
Queste decisione hanno avuto molta risonanza e anche a livello internazionale ci sono state polemiche e manifestazioni. In seguito a tutte le proteste il governo dello stato di Western Australia ha comunicato che il paese rinuncerà ai piani di prolungare l’uso di tale politica. Colin Barnett, primo ministro del Western Australia, ha spiegato che si trattava di un abbattimento selettivo finalizzato a porre fine agli attacchi degli squali che dal 2000 ad oggi hanno causato 11 morti “è che si faccia attenzione a tutelare la vita umana senza esitazioni quando questo è necessario a causa di una minaccia immediata – ha affermato il primo ministro – il governo federale e quello statale lavoreranno insieme in modo che lo Stato possa intraprendere le giuste azioni per proteggere la popolazione in caso di minaccia di squali”.