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LAUDATO SI’, ECCO IL TESTO UFFICIALE DELL’ENCICLICA

L’attesa ĆØ finita: il Papa ha pubblicato l’Enciclica “Laudato si” sul rispetto dell’ambiente.Ā “Un documento preparato personalmente, ma non da solo, dal Pontefice – ha spiegato Padre Federico LombardiĀ Ā durante la presentazione – e che ĆØ stato inviato per tre volte in un mese a tutti i vescovi del mondo, l’ultima appena due giorni fa”. A testimonianza di quanto Francesco tenga a che il suo messaggio raggiunga i fedeli che popolano ogni angolo del Pianeta.

Riportiamo l’Abstract realizzato dall’ufficio stampa della Santa Sede per agevolare la lettura dell’Enciclica. A seguire il link di rimando alla versione integrale.

Uno sguardo dā€™insieme
Ā«Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambiniĀ che stanno crescendo?Ā». Questo interrogativo ĆØ al cuore della Laudato siā€™, lā€™attesa EnciclicaĀ sulla cura della casa comune di Papa Francesco. Che prosegue: Ā«Questa domanda non riguarda soloĀ lā€™ambiente in modo isolato, perchĆ© non si puĆ² porre la questione in maniera parzialeĀ», e questoĀ conduce a interrogarsi sul senso dellā€™esistenza e sui valori alla base della vita sociale: Ā«Per qualeĀ fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? PerchĆ© questa terra haĀ bisogno di noi?Ā». Se non ci poniamo queste domande di fondo ā€“ dice il Pontefice ā€“ Ā«non credoĀ che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importantiĀ».

Lā€™Enciclica prende il nome dallā€™invocazione di san Francesco, Ā«Laudato siā€™, miā€™ SignoreĀ»,Ā che nel Cantico delle Ā creature ricorda che la terra, la nostra casa comune, Ā«ĆØ anche come unaĀ sorella, con la quale condividiamo lā€™esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sueĀ bracciaĀ». Noi stessi Ā«siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo ĆØ costituito dagli elementiĀ del pianeta, la sua aria ĆØ quella che ci dĆ  il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristoraĀ».Ā Ora, questa terra, maltrattata e saccheggiata si lamenta e i suoi gemiti si uniscono a quelli diĀ tutti gli abbandonati del mondo. Papa Francesco invita ad ascoltarli, sollecitando tutti e ciascuno ā€“Ā singoli, famiglie, collettivitĆ  locali, nazioni e comunitĆ  internazionale ā€“ a una Ā«conversioneĀ ecologicaĀ», secondo lā€™espressione di san Giovanni Paolo II, cioĆØ a Ā«cambiare rottaĀ», assumendo laĀ bellezza e la responsabilitĆ  di un impegno per la Ā«cura della casa comuneĀ».

Allo stesso tempo PapaĀ Francesco riconosce che Ā«Si avverte una crescente sensibilitĆ  riguardo allā€™ambiente e alla cura dellaĀ natura, e matura una sincera e dolorosa preoccupazione per ciĆ² che sta accadendo al nostro pianetaĀ», legittimando uno sguardo di speranza che punteggia lā€™intera Enciclica e manda a tutti un messaggio chiaro e pieno di speranza: Ā«Lā€™umanitĆ  ha ancora la capacitĆ  di collaborare perĀ costruire la nostra casa comuneĀ»; Ā«lā€™essere umano ĆØ ancora capace di intervenire positivamenteĀ»; Ā«non tutto ĆØ perduto, perchĆ© gli esseri umani, capaci di degradarsi finoĀ allā€™estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsiĀ».Ā Papa Francesco si rivolge certo ai fedeli cattolici, riprendendo le parole di san GiovanniĀ Paolo II: Ā«I cristiani, in particolare, avvertono che i loro compiti allā€™interno del creato, i loro doveriĀ nei confronti della natura e del Creatore sono parte della loro fedeĀ», ma si proponeĀ Ā«specialmente di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comuneĀ». Il dialogoĀ percorre tutto il testo, e nel cap. 5 diventa lo strumento per affrontare e risolvere i problemi. FinĀ dallā€™inizio Papa Francesco ricorda che anche Ā«altre Chiese e ComunitĆ  cristiane ā€“ come pureĀ altre religioni ā€“ hanno sviluppato una profonda preoccupazione e una preziosa riflessioneĀ» sulĀ tema dellā€™ecologia. Anzi, ne assume esplicitamente il contributo, a partire da quello del Ā«caroĀ Patriarca Ecumenico BartolomeoĀ», ampiamente citato ai nn. 8-9. A piĆ¹ riprese, poi, il Pontefice ringrazia i protagonisti di questo impegno ā€“ tanto singoli quanto associazioni o istituzioniĀ ā€“, riconoscendo che Ā«la riflessione di innumerevoli scienziati, filosofi, teologi e organizzazioniĀ sociali [ha] arricchito il pensiero della Chiesa su tali questioniĀ» e invita tutti a riconoscere Ā«laĀ ricchezza che le religioni possono offrire per unā€™ecologia integrale e per il pieno sviluppo delĀ genere umanoĀ».

Lā€™itinerario dellā€™Enciclica ĆØ tracciato nel n. 15 e si snoda in sei capitoli. Si passa da unĀ ascolto della situazione a partire dalle migliori acquisizioni scientifiche oggi disponibili (cap. 1), alĀ confronto con la Bibbia e la tradizione giudeo-cristiana (cap. 2), individuando la radice dei problemiĀ (cap. 3) nella tecnocrazia e in un eccessivo ripiegamento autoreferenziale dellā€™essere umano. LaĀ proposta dellā€™Enciclica(cap. 4) ĆØ quella di una Ā«ecologia integrale, che comprenda chiaramenteĀ le dimensioni umane e socialiĀ», inscindibilmente legate con la questione ambientale. InĀ questa prospettiva, Papa Francesco propone (cap. 5) di avviare a ogni livello della vita sociale,Ā economica e politica un dialogo onesto, che strutturi processi decisionali trasparenti, e ricorda (cap.Ā 6) che nessun progetto puĆ² essere efficace se non ĆØ animato da una coscienza formata eĀ responsabile, suggerendo spunti per crescere in questa direzione a livello educativo, spirituale, ecclesiale, politico e teologico. Il testo termina con due preghiere, una offerta alla condivisione con tutti coloro che credono in Ā«un Dio creatore onnipotenteĀ», e lā€™altra proposta a coloro cheĀ professano la fede in GesĆ¹ Cristo, ritmata dal ritornello Ā«Laudato siā€™Ā», con cui lā€™Enciclica si apre e si chiude.

Il testo ĆØ attraversato da alcuni assi tematici, affrontati da una varietĆ  di prospettive diverse,Ā che gli conferiscono una forte unitarietĆ : Ā«lā€™intima relazione tra i poveri e la fragilitĆ  del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo ĆØ intimamente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; lā€™invito a cercare altri modi di intendere lā€™economia e il progresso; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dellā€™ecologia; la necessitĆ  di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsabilitĆ  della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vitaĀ».

Capitolo primo ā€“ Quello che sta accadendo alla nostra casa
Il capitolo assume le piĆ¹ recenti acquisizioni scientifiche in materia ambientale come modo per ascoltare il grido della creazione, Ā«trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo, e cosƬ riconoscere qual ĆØ il contributo che ciascuno puĆ² portareĀ». Si affrontano cosƬĀ Ā«vari aspetti dellā€™attuale crisi ecologicaĀ».Ā I mutamenti climatici: Ā«I cambiamenti climatici sono un problema globale con graviĀ implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delleĀ principali sfide attuali per lā€™umanitĆ Ā». Se Ā«Il clima ĆØ un bene comune, di tutti e per tuttiĀ»Ā lā€™impatto piĆ¹ pesante della sua alterazione ricade sui piĆ¹ poveri, ma molti Ā«che detengono piĆ¹Ā risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi oĀ nasconderne i sintomiĀ». Ā«La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli eĀ sorelle ĆØ un segno della perdita di quel senso di responsabilitĆ  per i nostri simili su cui si fonda ogniĀ societĆ  civileĀ».

La questione dellā€™acqua: il Pontefice afferma a chiare lettere che Ā«lā€™accesso allā€™acquaĀ potabile e sicura ĆØ un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perchĆ© determina laĀ sopravvivenza delle persone e per questo ĆØ condizione per lā€™esercizio degli altri diritti umaniĀ».Ā Privare i poveri dellā€™accesso allā€™acqua significa negare Ā«il diritto alla vita radicato nella loroĀ inalienabile dignitĆ Ā».Ā La tutela della biodiversitĆ : Ā«Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animaliĀ che non potremo piĆ¹ conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempreĀ».Ā Non sono solo eventuali ā€œrisorseā€ sfruttabili, ma hanno un valore in sĆ© stesse. In questa prospettivaĀ Ā«sono lodevoli e a volte ammirevoli gli sforzi di scienziati e tecnici che cercano di risolvere iĀ problemi creati dallā€™essere umanoĀ», ma lā€™intervento umano, quando si pone a servizio della finanzaĀ e del consumismo, Ā«fa sƬ che la terra in cui viviamo diventi meno ricca e bella, sempre piĆ¹ limitata eĀ grigiaĀ» .Ā Il debito ecologico nel quadro di unā€™etica delle relazioni internazionali, lā€™Enciclica indicaĀ come esista Ā«un vero ā€œdebito ecologicoā€Ā», soprattutto del Nord nei confronti del Sud delĀ mondo. Di fronte ai mutamenti climatici vi sono Ā«responsabilitĆ  diversificateĀ», e quelle deiĀ Paesi sviluppati sono maggiori.Ā Nella consapevolezza delle profonde divergenze rispetto a queste problematiche, PapaĀ Francesco si mostra profondamente colpito dalla Ā«debolezza delle reazioniĀ» di fronte ai drammi diĀ tante persone e popolazioni. Nonostante non manchino esempi positivi, segnala Ā«un certoĀ intorpidimento e una spensierata irresponsabilitĆ Ā». Mancano una cultura adeguata e laĀ disponibilitĆ  a cambiare stili di vita, produzione e consumo, mentre urge Ā«creare un sistemaĀ normativo che […] assicuri la protezione degli ecosistemiĀ».

Capitolo secondo ā€“ Il Vangelo della creazione
Per affrontare le problematiche illustrate nel capitolo precedente, Papa Francesco rilegge iĀ racconti della Bibbia, offre una visione complessiva che viene dalla tradizione ebraico-cristiana eĀ articola la Ā«tremenda responsabilitĆ Ā» dellā€™essere umano nei confronti del creato, lā€™intimoĀ legame tra tutte le creature e il fatto che Ā«lā€™ambiente ĆØ un bene collettivo, patrimonio di tuttaĀ lā€™umanitĆ  e responsabilitĆ  di tuttiĀ».Ā Nella Bibbia, Ā«il Dio che libera e salva ĆØ lo stesso che ha creato lā€™universoĀ» e Ā«in LuiĀ affetto e forza si coniuganoĀ». Centrale ĆØ il racconto della creazione per riflettere sul rapportoĀ tra lā€™essere umano e le altre creature e su come il peccato rompa lā€™equilibrio di tutta la creazione nelĀ suo insieme: Ā«Questi racconti suggeriscono che lā€™esistenza umana si basa su tre relazioniĀ fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella conĀ la terra. Secondo la Bibbia, queste tre relazioni vitali sono rotte, non solo fuori, ma anche dentro diĀ noi. Questa rottura ĆØ il peccatoĀ».Ā Per questo, anche se Ā«qualche volta i cristiani hanno interpretato le Scritture in modo nonĀ corretto, oggi dobbiamo rifiutare con forza che dal fatto di essere creati a immagine di Dio e dalĀ mandato di soggiogare la terra si possa dedurre un dominio assoluto sulle altre creatureĀ».

Allā€™essere umano spetta la responsabilitĆ  di Ā«ā€œcoltivare e custodireā€ il giardino del mondo (cfr GenĀ 2,15)Ā», sapendo che Ā«lo scopo finale delle altre creature non siamo noi. Invece tutteĀ avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che ĆØ DioĀ».Ā Che lā€™essere umano non sia il padrone dellā€™universo, Ā«non significa equiparare tutti gli esseriĀ viventi e toglier[gli] quel valore peculiareĀ» che lo caratterizza; e Ā«nemmeno comporta unaĀ divinizzazione della terra, che ci priverebbe della chiamata a collaborare con essa e a proteggere laĀ sua fragilitĆ Ā». In questa prospettiva, Ā«Ogni maltrattamento verso qualsiasi creatura ā€œĆØĀ contrario alla dignitĆ  umanaā€Ā», ma Ā«Non puĆ² essere autentico un sentimento di intimaĀ unione con gli altri esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non cā€™ĆØ tenerezza,Ā compassione e preoccupazione per gli esseri umaniĀ». Serve la consapevolezza di unaĀ comunione universale: Ā«Creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dellā€™universo siamo uniti da legamiĀ invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, [ā€¦] che ci spinge ad un rispetto sacro,Ā amorevole e umileĀ».Ā Conclude il capitolo il cuore della rivelazione cristiana: Ā«GesĆ¹ terrenoĀ» con la Ā«suaĀ relazione tanto concreta e amorevole con il mondoĀ» ĆØ Ā«risorto e glorioso, presente in tutto il creatoĀ con la sua signoria universaleĀ».

Capitolo terzo ā€“ La radice umana della crisi ecologica
Questo capitolo presenta unā€™analisi della situazione attuale, Ā«in modo da coglierne non solo iĀ sintomi ma anche le cause piĆ¹ profondeĀ», in un dialogo con la filosofia e le scienze umane.Ā Un primo fulcro del capitolo sono le riflessioni sulla tecnologia: ne viene riconosciuto conĀ gratitudine lā€™apporto al miglioramento delle condizioni di vita, tuttavia essa dĆ  Ā«a coloroĀ che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominioĀ impressionante sullā€™insieme del genere umano e del mondo interoĀ». Sono proprio leĀ logiche di dominio tecnocratico che portano a distruggere la natura e a sfruttare le persone e leĀ popolazioni piĆ¹ deboli. Ā«Il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio dominio anche sullā€™economia e sulla politicaĀ», impedendo di riconoscere che Ā«Il mercato da solo […] nonĀ garantisce lo sviluppo umano integrale e lā€™inclusione socialeĀ».Ā Alla radice si diagnostica nellā€™epoca moderna un eccesso di antropocentrismo, lā€™essereĀ umano non riconosce piĆ¹ la propria giusta posizione rispetto al mondo e assume una posizioneĀ autoreferenziale, centrata esclusivamente su di sĆ© e sul proprio potere. Ne deriva una logica Ā«usa eĀ gettaĀ» che giustifica ogni tipo di scarto, ambientale o umano che sia, che tratta l’altro e la natura come semplice oggetto e conduce a una miriade di forme di dominio. ƈ la logica che porta aĀ sfruttare i bambini, ad abbandonare gli anziani, a ridurre altri in schiavitĆ¹, a sopravvalutare laĀ capacitĆ  del mercato di autoregolarsi, a praticare la tratta di esseri umani, il commercio di pelli diĀ animali in via di estinzione e di ā€œdiamanti insanguinatiā€. ƈ la stessa logica di molte mafie, deiĀ trafficanti di organi, del narcotraffico e dello scarto dei nascituri perchĆ© non corrispondono aiĀ progetti dei genitori.

In questa luce lā€™Enciclica affronta due problemi cruciali per il mondo di oggi. Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Innanzitutto ilĀ lavoro: Ā«In qualunque impostazione di ecologia integrale, che non escluda lā€™essere umano, ĆØ indispensabile integrare il valore del lavoroĀ», cosƬ come Ā«Rinunciare ad investire sulle persone per ottenere un maggior profitto immediato ĆØ un pessimo affare per la societĆ Ā». La seconda riguarda i limiti del progresso scientifico, con chiaro riferimento agli OGM, che sono Ā«una questione di carattere complessoĀ». Sebbene Ā«in alcune regioni ilĀ loro utilizzo ha prodotto una crescita economica che ha contribuito a risolvere alcuni problemi, siĀ riscontrano significative difficoltĆ  che non devono essere minimizzateĀ», a partire dallaĀ Ā«concentrazione di terre produttive nelle mani di pochiĀ». Papa Francesco pensa in particolareĀ ai piccoli produttori e ai lavoratori rurali, alla biodiversitĆ , alla rete di ecosistemi. ƈ quindiĀ necessario Ā«un dibattito scientifico e sociale che sia responsabile e ampio, in grado di considerare tutta lā€™informazione disponibile e di chiamare le cose con il loro nomeĀ» a partire da Ā«linee di ricerca autonoma e interdisciplinareĀ».

Capitolo quarto ā€“ Unā€™ecologia integrale
Il cuore della proposta dellā€™Enciclica ĆØ lā€™ecologia integrale come nuovo paradigma diĀ giustizia; unā€™ecologia Ā«che integri il posto specifico che lā€™essere umano occupa in questo mondo eĀ le sue relazioni con la realtĆ  che lo circondaĀ». Infatti, non possiamo Ā«considerare la naturaĀ come qualcosa separato da noi o come una mera cornice della nostra vitaĀ». Questo valeĀ per quanto viviamo nei diversi campi: nellā€™economia e nella politica, nelle diverse culture, inĀ particolar modo in quelle piĆ¹ minacciate, e persino in ogni momento della nostra vita quotidiana.Ā La prospettiva integrale mette in gioco anche una ecologia delle istituzioni: Ā«Se tutto ĆØ inĀ relazione, anche lo stato di salute delle istituzioni di una societĆ  comporta conseguenze perĀ lā€™ambiente e per la qualitĆ  della vita umana: ā€œOgni lesione della solidarietĆ  e dellā€™amicizia civicaĀ provoca danni ambientaliā€Ā».Ā Con molti esempi concreti, Papa Francesco non fa che ribadire il proprio pensiero: cā€™ĆØ unĀ legame tra questioni ambientali e questioni sociali e umane che non puĆ² mai essere spezzato. CosƬĀ Ā«lā€™analisi dei problemi ambientali ĆØ inseparabile dallā€™analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi,Ā urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sĆ© stessaĀ», in quanto Ā«Non ci sono due crisi separate, una ambientale e unā€™altra sociale, bensƬ una sola e complessa crisi socio-ambientaleĀ».Ā Questa ecologia integrale Ā«ĆØ inseparabile dalla nozione di bene comuneĀ» da intendersiĀ perĆ² in maniera concreta: nel contesto di oggi, in cui Ā«si riscontrano tante inequitĆ  e sono sempreĀ piĆ¹ numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentaliĀ», impegnarsiĀ per il bene comune significa fare scelte solidali sulla base di Ā«una opzione preferenziale per i piĆ¹Ā poveriĀ». ƈ questo anche il modo migliore per lasciare un mondo sostenibile alle prossimeĀ generazioni, non a proclami, ma attraverso un impegno di cura per i poveri di oggi, come giĆ  avevaĀ sottolineato Benedetto XVI: Ā«Oltre alla leale solidarietĆ  intergenerazionale, occorre reiterareĀ lā€™urgente necessitĆ  morale di una rinnovata solidarietĆ  intragenerazionaleĀ».Ā L’ecologia integrale investe anche la vita quotidiana, a cui lā€™Enciclica riserva unā€™attenzioneĀ specifica in particolare in ambiente urbano. Lā€™essere umano ha una grande capacitĆ  di adattamentoĀ ed Ā«ĆØ ammirevole la creativitĆ  e la generositĆ  di persone e gruppi che sono capaci di ribaltare i limiti dellā€™ambiente, […] imparando ad orientare la loro esistenza in mezzo al disordine e allaĀ precarietĆ Ā» . Ciononostante, uno sviluppo autentico presuppone un miglioramento integrale nella qualitĆ  della vita umana: spazi pubblici, abitazioni, trasporti, ecc..Ā Anche Ā«il nostro corpo ci pone in una relazione diretta con lā€™ambiente e con gli altri esseri viventi.Ā Lā€™accettazione del proprio corpo come dono di Dio ĆØ necessaria per accogliere eĀ accettare il mondo intero come dono del Padre e casa comune; invece una logica di dominio sulĀ proprio corpo si trasforma in una logica a volte sottile di dominioĀ»

Capitolo quinto ā€“ Alcune linee di orientamento e di azione
Questo capitolo affronta la domanda su che cosa possiamo e dobbiamo fare. Le analisi non possono bastare: ci vogliono proposte Ā«di dialogo e di azione che coinvolgano sia ognuno di noi, sia la politica internazionaleĀ», e Ā«che ci aiutino ad uscire dalla spirale di autodistruzione in cuiĀ stiamo affondandoĀ» Per Papa Francesco ĆØ imprescindibile che la costruzione di camminiĀ concreti non venga affrontata in modo ideologico, superficiale o riduzionista. Per questo ĆØĀ indispensabile il dialogo, termine presente nel titolo di ogni sezione di questo capitolo: Ā«Ci sonoĀ discussioni, su questioni relative allā€™ambiente, nelle quali ĆØ difficile raggiungere un consenso. [ā€¦]Ā la Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, nĆ© di sostituirsi alla politica, maĀ [io] invito ad un dibattito onesto e trasparente, perchĆ© le necessitĆ  particolari o le ideologieĀ non ledano il bene comuneĀ».Ā Su questa base Papa Francesco non teme di formulare un giudizio severo sulle dinamicheĀ internazionali recenti: Ā«I Vertici mondiali sullā€™ambiente degli ultimi anni non hanno rispostoĀ alle aspettative perchĆ©, per mancanza di decisione politica, non hanno raggiunto accordiĀ ambientali globali realmente significativi ed efficaciĀ».

E si chiede Ā«PerchĆ© si vuoleĀ mantenere oggi un potere che sarĆ  ricordato per la sua incapacitĆ  di intervenire quando era urgente eĀ necessario farlo?Ā». Servono invece, come i Pontefici hanno ripetuto piĆ¹ volte a partire dallaĀ Pacem in terris, forme e strumenti efficaci di governance globale: Ā«Abbiamo bisogno di unĀ accordo sui regimi di governance per tutta la gamma dei cosiddetti beni comuni globaliĀ»,Ā visto che Ā«la protezione ambientale non puĆ² essere assicurata solo sulla base del calcoloĀ finanziario di costi e benefici. Lā€™ambiente ĆØ uno di quei beni che i meccanismi del mercato nonĀ sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamenteĀ» (che riprende le parole delĀ Compendio della dottrina sociale della Chiesa).Ā Sempre in questo capitolo, Papa Francesco insiste sullo sviluppo di processi decisionaliĀ onesti e trasparenti, per poter Ā«discernereĀ» quali politiche e iniziative imprenditoriali potrannoĀ portare Ā«ad un vero sviluppo integraleĀ». In particolare, lo studio dellā€™impatto ambientale di unĀ nuovo progetto Ā«richiede processi politici trasparenti e sottoposti al dialogo, mentre la corruzioneĀ che nasconde il vero impatto ambientale di un progetto in cambio di favori spesso porta adĀ accordi ambigui che sfuggono al dovere di informare ed a un dibattito approfonditoĀ».Ā Particolarmente incisivo ĆØ lā€™appello rivolto a chi ricopre incarichi politici, affinchĆ© siĀ sottragga Ā«alla logica efficientista e ā€œimmediatistaā€Ā» oggi dominante: Ā«se avrĆ  il coraggio di farlo, potrĆ  nuovamente riconoscere la dignitĆ  che Dio gli ha dato come persona e lascerĆ ,Ā dopo il suo passaggio in questa storia, una testimonianza di generosa responsabilitĆ Ā».

Capitolo sesto ā€“ Educazione e spiritualitĆ  ecologica
Il capitolo finale va al cuore della conversione ecologica a cui lā€™Enciclica invita. Le radiciĀ della crisi culturale agiscono in profonditĆ  e non ĆØ facile ridisegnare abitudini e comportamenti.Ā Lā€™educazione e la formazione restano sfide centrali: Ā«Ogni cambiamento ha bisogno diĀ motivazioni e di un cammino educativoĀ» (15); sono coinvolti tutti gli ambiti educativi, in primisĀ Ā«la scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesiĀ». La partenza ĆØ Ā«puntare su un altro stile di vitaĀ», che apre anche la possibilitĆ  diĀ Ā«esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e socialeĀ». ƈ ciĆ² che accade quando le scelte dei consumatori riescono a Ā«modificare il comportamentoĀ delle imprese, forzandole a considerare lā€™impatto ambientale e i modelli di produzioneĀ»Ā Non si puĆ² sottovalutare lā€™importanza di percorsi di educazione ambientale capaci diĀ incidere su gesti e abitudini quotidiane, dalla riduzione del consumo di acqua, alla raccoltaĀ differenziata dei rifiuti fino a Ā«spegnere le luci inutiliĀ». Ā Ā«Unā€™ecologia integrale ĆØ fatta ancheĀ di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dellā€™egoismoĀ». Tutto ciĆ² sarĆ  piĆ¹ semplice a partire da uno sguardo contemplativo che vieneĀ dalla fede: Ā«Per il credente, il mondo non si contempla dal di fuori ma dal di dentro, riconoscendo iĀ legami con i quali il Padre ci ha unito a tutti gli esseri. Inoltre, facendo crescere le capacitĆ  peculiariĀ che Dio ha dato a ciascun credente, la conversione ecologica lo conduce a sviluppare la suaĀ creativitĆ  e il suo entusiasmoĀ».Ā Ritorna la linea proposta nellā€™Evangelii Gaudium: Ā«La sobrietĆ , vissuta con libertĆ  eĀ consapevolezza, ĆØ liberanteĀ» cosƬ come Ā«La felicitĆ  richiede di saper limitare alcuneĀ necessitĆ  che ci stordiscono, restando cosƬ disponibili per le molteplici possibilitĆ  che offre la vitaĀ»; in questo modo diventa possibile Ā«sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degliĀ altri, che abbiamo una responsabilitĆ  verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essereĀ buoni e onestiĀ».

I santi ci accompagnano in questo cammino. San Francesco, piĆ¹ volte citato, ĆØ Ā«lā€™esempioĀ per eccellenza della cura per ciĆ² che ĆØ debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioiaĀ»,Ā modello di come Ā«sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri,Ā lā€™impegno nella societĆ  e la pace interiore. Ma lā€™enciclica ricorda anche san Benedetto, santaĀ Teresa di Lisieux e il beato Charles de Foucauld.Ā Dopo la Laudato siā€™, lā€™esame di coscienza, lo strumento che la Chiesa ha sempreĀ raccomandato per orientare la propria vita alla luce della relazione con il Signore, dovrĆ  includereĀ una nuova dimensione, considerando non solo come si ĆØ vissuta la comunione con Dio, con gliĀ altri e con se stessi, ma anche con tutte le creature e la natura.

Per leggere il testo integrale dell’Enciclica clicca il seguente link

http://www.interris.it/wp-content/uploads/2015/06/Testo-integrale-Laudato-Si_italiano.pdf

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