Le atrocità dell’Isis sono diventate un catalizzatore per tutti quei gruppi che si richiamano al jihad. Una sorta di protezione e di giustificazione per i propri crimini. Perché di questo si tratta: di azioni assassine che nulla hanno a che vedere con la liberazione dei popoli e tanto meno con l’Islam.
Ultimo in ordine di tempo a pronunciare il bayat – giuramento di fedeltà – al Califfato di Iraq e Siria è Boko Haram. Il leader del gruppo Abubakar Shekau ha diffuso un video con il quale sancisce la sua fedeltà ad Abu Bakr al Baghdadi e sottolinea che gli rimarrà fedele anche nei momenti peggiori. Un colpo grosso, per l’Isis. Già a luglio in un video il leader del gruppo, distintosi per le sue operazioni sanguinarie, Abubakar Shekau, si rivolse ad al Baghdadi chiamandolo “fratello”. Ma nello stesso filmato Boko Haram chiamava a raccolta anche il leader di Al Qaeda Ayman al Zawahri e il Mullah Omar “amir” dei talebani.
E non è il primo a giurare fedeltà al nuovo Califfo. Boko Haram è stato preceduto da gruppi meno numerosi ma altrettanto pericolosi. A settembre dello scorso è stata la Brigata Okba Ibn Nafaa, gruppo legato ad al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) e attivo in Tunisia. “I fratelli mujaheddin della Brigata Okba Ibn Nafaa dalla Tunisia supportano, approvano e sostengono con forza il califfato dello Stato islamico”, recita una dichiarazione del gruppo pubblicata su Facebook. Poco prima erano stati i militanti di Jund al-Khilafah (Soldati del Califfato), autori del sequestro del cittadino francese Herve Pierre Gourdelle in Cabilia, a est di Algeri, a fuoriuscire da al-Qaeda nel Maghreb islamico e abbracciare la causa dell’Isis. A guidare Jund al-Khilafa è Abdelmalek Gouri, noto anche con il nome di battaglia di Abu Khaled Suleiman. E’ stato lui, un tempo tra i leader di Aqmi, ad annunciare la scorsa settimana l’uscita da al Qaeda e il giuramento di fedeltà all’Isis.
Il 2 settembre scorso, invece, sono stati gli insorti afghani di Hezb-e-Islami, alleati dei Talebani, ad annunciare di essere interessati a unire le loro forze a quelle dell’Isis. Hezb-e-Islami è un gruppo noto per la ferocia dei suoi attacchi, che spesso ha anche oscurato i più noti alleati Talebani. Nel vicino Pakistan, sono stati i militanti del Tehreek-e-Kalifefat (TeK) (Il Movimento del Califfato) ad vvicinarsi all’Isis. Alleati di al Qaeda e dei Talebani, hanno di recente issato la bandiera dello Stato islamico in un’area sul confine tra Afghanistan e Pakistan. A questo gruppo è attribuita la strage di studenti pakistani. L’appeal del califfo Al Baghdadi è poi arrivato fino all’Asia centrale, dove il gruppo Sabiri’s Jamaat, di cui fanno parte soprattutto uzbeki, tajiki e russi del Caucaso, gli ha giurato fedeltà prima dell’estate. Il gruppo è guidato da Khalid ad-Dagestani, jihadiata della Repubblica del Daghestan, nella Federazione russa, e molti dei suoi militanti già combattono in Siria.
La caratteristica che lega tutti questi gruppi all’Isis è proprio la brutalità delle loro azioni. Una specificità che, sembra assurdo, li differenzia da Al Qaeda
Al Qaeda mirava a costruire il Califfato ma in tempi lunghi e cercando il consenso di tutta la Sunna, il mondo islamico. L’Isis ha conquistato un territorio e ne ha fatto una nazione attirando così molti giovani non integrati nelle società occidentali. Al Qaeda richiedeva una preparazione militare e religiosa che l’Isis non richiede; si finanziava principalmente con le donazioni e qualche rapimento, mentre il Califfato contrabbanda petrolio, reperti archeologici, sfrutta la tratta di essere umani e i suoi affiliati in Africa gestiscono le rotte della droga.
Al Baghdadi sfrutta al massimo i social network, Osama bin Laden, come emerge da alcuni suoi scritti trovati ad Abbottabad, diffidava dei forum e dei social network. Il loro uso è, invece, alla base del successo del massiccio reclutamento dell’Isis tra i giovani europei e americani. Ma Al Qaeda pur avendo perso seguito resta un simbolo del jihadismo globale per aver portato l’attacco al cuore degli Stati Uniti nel ”Manhattan raid” dell’11 settembre 2001.