Con il nome di “Rivoluzione Cantata” si indicano gli eventi compresi tra il 1987 e il 1991 che sono legati al ritorno dell’indipendenza nei tre stati baltici di Estonia, Lettonia e Lituania. Il termine venne coniato dall’artista ed attivista estone Heinz Valk in un articolo che pubblicò su un settimanale dopo le pacifiche e spontanee manifestazioni di massa che avvennero durante il Festival della Canzone Estone di Tallin del 1998.
Dopo il secondo conflitto mondiale, le tre Repubbliche baltiche vennero inglobate forzatamente nell’URSS. Nel 1985 la perestroika sfruttava questi territori con la speranza di stimolare l’economia sovietica prossima al collasso ed incoraggiare la produttività, particolarmente nell’area di consumo dei beni, e avviò la liberalizzazione delle cooperative e i servizi economici. La glasnost aumentò le libertà politiche nell’Unione Sovietica, che fecero riaffiorare problemi irrisolti di convivenza con le nazioni non slave, già occupate e incorporate dai sovietici dall’inizio della seconda guerra mondiale.
Agli inizi degli anni ’90, i paese baltici restavano l’unico caso di occupazione straniera presente in Europa. La diffusione di notizie fino ad allora tenute segrete, coma la clausola del Patto Ribbentrop-Molotov che poneva gli stati baltici all’interno della sfera d’influenza dell’URSS, vennere riconosciute dal governo di Mosca, e comunicate all’opinione pubblica mondiale, causando una profonda insoddisfazione nelle popolazioni baltiche occupate. Queste ammissioni contribuirono a peggiorare una situazione di convivenza reciproca già sotto tensione da decenni, aggravate dall’invasione dell’Afghanistan e dall’esplosione di Chernobl, portando alle prime pubbliche esplosioni di protesta e alle prime azioni politicamente decisive da parte delle popolazioni dei baltici, non russe.
Gli abitanti dell’Estonia si concentrarono sul problema della difficilie situazione demografica che minacciava la loro propria idendità culturale, attraverso una continua e massiccia immigrazione di gruppi etnici stranieri, in maggioranza slavi, nel loro territorio.Questi programmi erano agevolati dal governo di Mosca per apportare manodopera ai grandi progetti di sviluppo economico e industriale. L’aumento delle libertà portò il popolo estone a stabilire rapporti sempre più soddisfacenti con gli stati dell’occidente, grazie anche all’aiuto delle comunità di emigrati estoni all’estero. Si svilupparono così legami informali, ma sempre più proficui, con la Finlandia. Fu ammessa la ricezione della televisione finlandese che contribuì a mostrare agli estoni l’avanzato stile di vita dell’Occidente. Tutto questo portò ad incrementare ulteriormente l’insoddisfazione dei popoli baltici verso il sistema sovietico e provocò vivaci dimostrazioni di massa con repressioni dei dissidenti, dei nazionalisti, delle comunità religiose e dei normali utenti, tenute così a bada fino alla fine degli anni ottanta.
Manifestazioni sempre più massicce contro i sovietici si ebbero dalla liberalizzazione del regime che stava fallendo in tutti i suoi propositi di tenere sotto controllo tutte le diversità etniche transnazionali. Da parte sovietica si pensava che le nazioni non russe comunque desiderassero restare all’interno della comunità sovietica, dimenticandosi però dell’ostilità da sempre presente in tali popolazioni. La situazione si deteriorò a partire dal 1989, quando le nazioni non russe proseguivano con massicce campagne mirate all’ottenimento, dopo quasi cinquant’anni, della libertà dall’occupazione straniera sovietica.
A partire dal 1987 si avviò un ciclo di dimostrazioni di massa, con canti spontanei, di circa 300.000 estoni, a Tallinn. I canti nazionali e inni che fino ad allora erano stati strettamente proibiti durante l’occupazione sovietica, furono eseguiti da musicisti rock estoni. Nel 1988 si creò la prima espressione del ritorno del sentimento nazionale si creò durante il Festival di Musica Pop a Tartu. Cinque canzoni patriottiche furono suonate, per la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale, durante il Festival. La gente estone si prese per mano e la tradizione ebbe inizio. In giugno, si tenne il Festival alla Città Vecchia di Tallin e dopo la parte ufficiale del Festival, i partecipanti si spostarono nell’arena del Festival della Canzone e iniziarono a cantare anche li inni patriottici, prima severamente proibiti dai sovietici. Il 16 ottobre del 1988 il corpo legislativo dell?Estonia sanc la Dichiarazione di Sovranità Estone. Nel 1990 fu la prima repubblica a sfidare l’armata russa, offrendo servizi militari alternativi ai residenti chiamati alla leva militare. Molti estoni iniziarono tuttavia semplicemente ad evitare la chiamata.
La “Rivoluzione Cantata” continuò per quattro anni con svariate proteste e atti di sfida. Nel 1991 il Soviet supremo estone, insieme al Congresso d’Estonia, proclamarono la restaurazione dello stato indipendente, ripudiando la legislazione sovietica. Gli estoni attuarono scudi umani per proteggere le stazioni Radio e Tv dal potere sovietico. Attraverso queste azioni l’Estonia riguadagnò la sua indipendenza perduta nel 1944, senza spargimenti di sangue. La prima nazione che riconobbe la restaurazione dell’indipendenza estone. Oggi una targa commemorativa ricorda questo fatto.