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La pasticceria italiana entra in carcere: dal 2017 un progetto per riabilitare i detenuti

Dal 2017 la grande “Pasticceria made in Italy” entrerĆ  nelle carceri italiane per insegnare ai detenuti una professione che “faciliti il loro reinserimento nella societĆ ”. IdeatoĀ dalla Confederazione Nazionale Pasticceri Italiani (Conpait), il progetto pilota potrebbe partire in Abruzzo tra febbraio e marzo del nuovo anno. Il progetto di formazione, sostenuto dal Sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli, “ĆØĀ un sogno che ho insieme al presidente Conpait – sottolinea la senatrice Chiavaroli – perchĆ© il carcere ĆØ un mondo sconosciuto e spesso distante dalle cittĆ  ma invece molto vicino a quello che accade nelle nostre societĆ ”. Secondo la senatrice,Ā infatti, “quello che accade in carcere influenza molto la nostra societĆ  con una recidiva del 70%, per questo tale progetto rappresenta un percorso rieducativo importante”.

“Ancora dobbiamo individuare l’istituto in cui si svolgeranno i corsi, ci stiamo lavorando, ma partiremo tra febbraio e marzo del 2017″ spiega Federico Anzellotti, presidente Conpait, per cui “la vera innovazione ĆØ che oltre alla formazione daremo la possibilitĆ  ai detenuti che hanno frequentato il corso di aprire una micro attivitĆ , curandogli la start up e dandogli un fondo perduto di 12 mila euro. Per la formazione e il sostegno di nuove attivitĆ  abbiamo stanziato 120 milioni di euro nel triennio 2015-2018 – ricordaĀ il presidente -, fondi stanziati grazie al contributo delle 9.000 aziende della Confederazione“. I corsi per i detenuti saranno tenuti da pasticceri scelti tra gli iscritti alla Conpait. “La nostra sarĆ  una formazione non fine a se stessa, noi vogliamo creare nuovi imprenditori che possano lavorare”, conclude Anzellotti.

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