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La mia odissea nella sanità italiana, lo Stato aiuti le strutture che funzionano

Pubblichiamo il commento di un lettore (che ha chiesto di restare anonimo) all’articolo “Cancro: perché le cure non sono per tutti”

Mi è stata diagnosticata nel 2000 una gammopatia monoclonale – protocollo indagine immediato e assistenza e spiegazioni al Centro OncoEmatologico dell’ospedale (Ssn).
Nel giro di una settimana e da allora – senza raccomandazione nè “aiutini” ho regolarmente fatto come da protocollo gli esami del sangue semestrali senza colpo ferire.

Nel 2005, in occorrenza di intervento su Ipb (quindi benigno, e quindi operato nel giro di due o tre mesi dalla diagnosi, senza alcuna urgenza), è stata rilevata un (piccola) “lesione” tra rene e surrene da parte dell’ecografista. “si faccia una Tac” “solo risonanze ho una Gammopatia monoclonale in corso” “E allora faccia una Rmn e torni qua”.
Quindici giorni dopo con una struttura convenzionata Ssn avevo la mia Risonanza.
Asl e Ospedali chiedevano aspettative da era geologica.

Vista la non particolare urgenza rilevata, l’intervento è stato fissato per quattro mesi dopo. Laparoscopia – (un pochino all’avanguardia per l’epoca ma l’Ospedale ne disponeva e il primario, che è stato tra gli innovatori, ha estratta la palletta di 4cm) ho atteso il canonico mese per l’istologico: Carcinoma di 3° grado Fuhrman (su 4)
“Cosa devo fare ora?” “Nulla ha tolto tutto. Una Rmn all’anno e i soliti esami semestrali del sangue”. Una settimana dopo riprendevo a nuotare in piscina i miei 1500 m. in vasca corta per tenermi in forma nonostante l’età.

La Rmn la prenotavo presso una struttura convenzionata, con preghiera di non cercare di prenotare tre mesi prima, i loro tempi di accesso erano normalmente inferiore al mese (!!!!). Qualche giorno prima del Natale 2007, avverto uno strano formicolio ad una gamba, un amico medico passato per gli auguri mi acchiappa e mi porta al Pronto Soccorso: Extrasistoli a gogò e pressione alta, si tratta di un Tia.

Sono stato tenuto sotto controllo per tutto il tempo necessario a capire i miei problemi. Esami ed analisi scadenzati mese per mese. Sfortunatamente, durante una Ecg sotto sforzo, parte una Fibrillazione Atriale che non mi viene stoppata subito come sarebbe stato indicato. Viceversa il medico (Cardiologo?) incolpa le mie coronarie, mi prescrive una coronarografia e mi consiglia di cercarmi un cardiologo(!).

Essendo tuttavia una situazione non ritenuta critica, la Coronarografia viene rimandata di un mese e vado avanti con il consiglio/prescrizione di una cardioaspirina quotidiana.
La coronarografia rivela che le mie coronarie godono ottima salute, solo, la Fa avrebbe dovuto essere trattata entro la prima ora dall’insorgere, cosa che non è avvenuta.
Il cardiologo che mi sono trovato, da signore, non commenta il comportamento del collega, tuttavia con i suoi strumenti riesce a capire che la mia Fa è prevalentemente di origine emotiva.

In ogni caso non posso mettere indietro l’orologio. Sono ancora comunque in Fa, adesso resta solo una Cardioversione Elettrica, (effettuata con successo), un antiaritmico quotidiano ed una Terapia Anticoagulante Orale per il resto dei miei giorni.
Riprendo a nuotare con l’avvertenza di non far andare il cuore oltre un certo ritmo.
Non è Ffnita.

2012 pochi giorni dopo il rituale controllo dal cardiologo, avverto uno strano indurimento all’altezza della milza, torno a farmi visitare, breve invio al P.S.
In due ore sono in sala ecografie al termine delle quali lo specialista mi dice testualmente: “tra una settimana la attende il Dr.XY all’Ircc di Candiolo, questa è la prescrizione per una Rmn, arrivi là con questa eseguita, qui da noi i tempi sono lunghi, ha idea di come fare?”.

Nessun problema il solito centro dove faccio le Rmn di controllo annuale, mi trova un “buco”in settimana, data l’urgenza. Mi presento al Ircc di Candiolo in tempo, lo specialista guarda ecografia e Rmn mi chiede di tornare con qualche familiare il martedì successivo, mentre lui studia il caso e prepara la lista degli esami. Gli esami sono interni. Ai miei familiari viene spiegato in mia presenza che si tratta probabilmente di un linfoma e, dopo il ciclo di analisi, istologici ecc., verrò ricoverato per “prendermi le misure

Così è stato. Dopo una degenza di poco più di una decina di giorni, ho fatto la prima chemio con un farmaco “mirato” sul tipo di linfoma specifico. E mandato a casa.
Avevo in mano il programma per 5 cicli di due giorni l’uno e l’elenco dei farmaci da prendere durante gli intervalli. La serie si è conclusa con un ciclo di una ventina di trattamenti con l’acceleratore lineare… Ho ripreso a nuotare. La mia Gammopatia è sempre lì… prima o poi si capirà da cosa è generata.

Concludendo:

Come quello di Candiolo esistono in Italia centri che funzionano. E su quelli occorre puntare, esigere, come cittadini che i finanziamenti (ma, sopratutto i rimborsi!!!)
dovuti arrivino puntuali. Anche il Ssn di per sé funziona. A volte serve sapere esattamente come muoversi. E’ importante capire e farsi un’idea del funzionamento del Ssn.

La domanda corrente circa i tempi geologici delle prenotazioni ha una risposta banale: negli ospedali e nelle Asl l’orario di funzionamento delle pur costosissime macchine (Pet,Tac, Rmn, strumenti diagnostici avanzati…) è quello delle 8 (se non 6) ore degli orari dei servizi pubblici.

Le strutture convenzionate, come quella di cui ho parlato, devono far fruttare l’investimento, il costo orario di quelle macchine è molto superiore al costo orario degli specialisti e operatori, e quindi la struttura dà il servizio dalle 07:30 alle 21:30 almeno 5 se non 6 gg. la settimana.

In questo modo i tempi di accesso sono molto più brevi, ma lo sono anche i tempi di ammortamento e quindi capita sovente che possano disporre di apparecchiature anche più recenti di quelle presenti nella struttura pubblica.

Nb Il nome riportato nella firma al presente commento è di fantasia

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