Per il 52,69% degli studenti la mafia è più forte dello Stato e quindi solo il 30,13% ritiene che la criminalità organizzata possa essere sconfitta. E’ il triste risultato di un’indagine condotta su oltre mille studenti che hanno partecipato al Progetto Educativo Antimafia promosso dal Centro Pio La Torre di Palermo. Secondo l’88.29% dei ragazzi i politici nazionali sono degni di poca o per nulla fiducia. Numeri leggermente più bassi per i politici locali, su cui il sentimento di sfiducia riguarda l’83.98% degli studenti. “Tre indicazioni politiche vengono dai ragazzi – commenta il Presidente del Centro La Torre, Vito Lo Monaco -. La prima è che bisogna investire su scuole e formazione dei docenti per uscire dalla crisi più forti. La seconda indicazione è che una buona politica dovrebbe cogliere il ripetuto allarme che la percezione dei giovani manifesta per il ruolo assunto dalle mafie nella vita economica, sociale e politica di tutto il paese. Il terzo aspetto è che la crisi, al di là degli ottimismi auto consolatori, ha prodotto uno stato generale di povertà e di sfiducia che può essere colmato, oltre ogni sondaggio sugli orientamenti di voto, da una politica di investimenti concreti per la crescita; per la scuola, per il welfare; per il Mezzogiorno che sembra scomparso dalle priorità di governo.
Lo Stato non fa abbastanza per sconfiggere le mafie per il 71,11%; le mafie si infiltrano nello Stato per l’83,97% e addirittura lo Stato e la mafia coincidono per il 41,46%. Infine, alla domanda se il fenomeno mafioso potrà essere definitivamente sconfitto solo il 30,13% ha risposto si’, il 26,39% non so e il 43,47% no.
“Il collegamento tra mafia e politica – sottolinea nella sua analisi Adam Asmundo, docente di Economia alla facolta’ di Scienze politiche di Palermo – è considerato forte dal 93% degli intervistati, mentre l’influenza della criminalità mafiosa nell’economia della regione appare di rilievo nel 75% dei casi. Alle attività illegali direttamente gestite dal crimine organizzato si sommano e si intrecciano nelle percezione e nelle opinioni degli intervistati ordinarie e diffuse attività legali, che si rivelano ormai più o meno intensamente inquinate dal crimine organizzato, dalla corruzione o da entrambi. Un’interpretazione molto attuale, e probabilmente molto corretta, che evidenzia e sottolinea per la società l’esposizione a un rischio non più di natura semplicemente malavitosa dai connotati culturali pericolosamente pervasivi. I ragazzi intervistati – continua Asmundo – possono rappresentare in questo senso una generazione nuova”.
Dopo lo spaccio di droga (41,94%) e le rapine (16,41%) – attività più visibili e causa diretta di allarme sociale – sono le interazioni con la politica e la pubblica amministrazione a suscitare preoccupazione: il lavoro nero (14,68%) e gli abusi edilizi e urbanistici (11,31%) – dove i controlli amministrativi sono disinnescati spesso dal ricorso alla bustarella – e soprattutto la corruzione dei dipendenti pubblici (10,94%) e lo scambio di voti, ossia la corruzione elettorale (5,18%). Ma è nell’individuazione della cause profonde della capacità espansiva nel centro-nord e della persistenza delle organizzazioni mafiose che la simbiosi perversa mafia-politica viene in evidenza nelle risposte degli studenti. Le mafie migrano alla ricerca di nuove fonti di profitto illecito o per riciclare denaro sporco (29,37%), magari seguendo i flussi migratori (15,26%) o profittando del debole senso civico della popolazione (20,06%), ma centro gravitazionale di attrazione delle mafie è prima di ogni altra cosa la corruzione della classe politica locale (68,14%). “Il 2014 – sottolinea Alberto Vannucci, sociologo dell’Università di Pisa – resterà nella memoria collettiva come l’anno delle inchieste di mafia capitale. Una terra di mezzo che congiunge il mondo dei morti – sede di attività illegali, dove operano soggetti criminali di diversa caratura, dai boss mafiosi, alla manovalanza criminale, ai sicari – e il mondo di sopra dove politici, imprenditori, professionisti, funzionari coinvolti vario titolo in attività illecite cercano chi possa fornire loro servizi di regolazione delle loro attività sotterranee”.