Il video è stato postato sull’account Twitter del Califfato e mostra le immagini dei jihadisti mentre distruggono statue e bassorilievi antichi usando il martello pneumatico. E’ quanto accade al Museo di Mosul dove il gruppo terroristico sembra promuovere una campagna contro i tesori dell’antichità, uno scempio già compiuto facendo saltare in aria luoghi di culto, bruciando libri storici e distruggendo una parte della muraria dell’antica capitale assira.
Questa violenza dello Stato Islamico ha le radici nella dottrina fondamentalista sunnita che vieta qualsiasi riproduzione di essere umani o animali, come dimostra la distruzione delle statue, tra queste quella della divinità mesopotamica del Nergal che rappresenta un toro alato. Le immagini del filmato mostrano ancora gli uomini del Califfato che spingono a terra o prendono a picconate scultura di almeno tremila anni, tra questi uno di loro lancia un messaggio: “Queste rovine dietro di me, sono quelle di idoli e statue che le popolazioni del passato usavano per un culto diverso da Allah. Il Profeta ci ha ordinato di distruggere gli idoli – afferma il miliziano aggiungendo – Quando Dio ci ordina di rimuoverli e distruggerli, per noi diventa semplice e non ci interessa che il loro valore”.
Da quanto si sa del gruppo di Al-Baghdadi, non tutte le opere vengono completamente eliminate, altre, le più preziose, sono rivendute all’estero e rappresentano per il gruppo una grossa fonte di finanziamento. Secondo l’Istituto di Archeologia, i danni arrecati sono incalcolabili e vengono paragonati alla distruzione del Buddah di Bamiyan: “Non si tratta solo del patrimonio iracheno: si parla del mondo intero”. Non solo manufatti, anche migliaia di libri antichi appartenenti alle biblioteche pubbliche locali e che sono stati interamente bruciati.