Ci sono momenti nella vita che ci dimostrano la nostra debolezza: depressione, incomprensione, rifiuto, fallimento. La felicità ci sembra inaccessibile, anche la semplice pace. Tuttavia, dentro del nostro cuore cova ancora una scintilla, raccoglie tutto ciò che finora abbiamo imparato sulla speranza e non ci permette di disperare definitivamente.
Nutre i nostri desideri e brame., ci da la forza di perseverare. Così tutte queste situazioni di crisi possono diventare un’occasione per guardare noi stessi – e la realtà – diversamente: non come una tragedia, ma come unica possibilità per la nostra crescita.
Nella nostra più intima autenticità sappiamo come meravigliarci, rispettiamo e siamo affascinati dal mistero che ci sovrasta. Queste sono esperienze che non spaventano né schiacciano. Anzi, promettono una sicurezza: salvare il senso dell’esistenza.Il problema più grande è come non disperare nei momenti di tradimento, delusione, spietatezza, torto? Ci vuole un filo d’oro che colleghi i momenti più belli della nostra vita con quelli più miseri, dando a questi ultimi il senso mancante. Uno schiaffo a chi pensa di poter essere autosufficiente.
Questo filo si chiama preghiera. Sin dall’inizio della nostra vita essa resta delicatamente intrecciata nel tessuto della nostra esistenza. Rinforzata e coltivata nella luce della fede brilla e lega i vari, talvolta cenciosi, pezzi della nostra vita. Anche se trascurata non potrà mai sparire: la preghiera è lo spazio di qualsiasi nostra azione. Rimanendo tanto discreta ed umile, non si fa vedere ma, spesso anonimamente, compie il suo dovere.
Se perdiamo il senso del mondo, come potrà mai averne tutto ciò che facciamo? E quello de mondo è così complicato – per non dire così pazzesco – che non è altro che mistero, meraviglia. Basta un po’ di sensibilità per scoprire quanto poco ci vuole ad andare al di là: proprio lì, dove tutto viene spiegato dalla fede.
La preghiera è una compagna su questa strada, è un’ancella modesta, timida e delicata eppure meravigliosamente e provvidenzialmente posta nel nostro cuore. Come? Da chi? Svegliamola, ritroviamola nella profondità del nostro cuore e sicuramente ci spiegherà tutto, o piuttosto ci condurrà lì, dove si imparano cose prima mai immaginate. Ecco un vero cammino pasquale, la migliore scuola di preghiera, eccezionalmente accessibile in questi giorni, proprio a portata di mano: il filo del senso, tessuto dalla memoria liturgica e dalla storia di Gesù di Nazareth sempre attuale.