La famiglia nell’occhio del ciclone

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I nostri parlamentari si stanno alternando in stoccate e frasi ironiche come sempre stimolati dai propri intenti demagogici per dibattersi sul più controverso e delicato diritto di questi giorni, il diritto familiare. Bonus bebè, divorzi lampo, nozze gay, famiglie di fatto tutti al centro del mirino. Astraendosi dalle personali opinioni legate a fede, cultura e fenomeni sociologici ad indurre una riflessione è l’aspetto giuridico delle sfumature in questione.

Nel tentativo di fare un bucato mettendo panni di colori troppo diversi nella stessa lavatrice si rischia di scolorire questo delicatissimo tessuto che è la famiglia. Il divorzio breve non è una tema che possa essere filtrato attraverso un decreto, atto tipico creato apposta per questioni più tecniche e urgenti. L’argomento de facto invece, richiede tempi più lunghi, per una volta ammissibili, al fine di attuare una profonda e attenta analisi delle esigenze di tutte le parti. Il nostro paese poggia le sue fondamenta sul concetto di lavoro e di famiglia, fondamenta che si indeboliscono a causa dei dibattimenti sempre meno complessi e più faziosi. Sconcerta vedere che ciò che preme maggiormente non è l’aspetto della tutela dei diritti in difesa del matrimonio ma portare avanti una estenuante battaglia di realizzazione di interessi che hanno il sapore di capricci altro che di diritti.

Il matrimonio è un Istituto serissimo a carico del quale esistono imponenti responsabilità. L’Italia che non è l’America, corre ai ripari sempre “dopo” e si scontra inevitabilmente con tutti i limiti legati alla conclusione del matrimonio. A cornice di questo bel quadretto, per divorziare “al volo” si offre volontaria la Romania. Cadremo sempre più in basso se rifiuteremo di farci mettere in discussione sulla superficialità che dedichiamo a questo legame. Chi vuole vie semplificate e soluzioni edulcoranti deve sapere che i dolcificanti non sono saccarosio.

Questo è lo spettro del relativismo che si fa largo anche nella famiglia spingendo ad errate equiparazioni. Pensare che l’istituto debba adeguarsi e modificarsi in base all’evoluzione delle idee, delegittima il fondamento della legge stessa. Il matrimonio non è un obbligo contrattuale ma un istituto che nasce dalla personale, e si auspica profonda e seria scelta, di chi lo pone in essere e comporta una serie di responsabilità e di conseguenze lungo l’arco della sua durata e della sua conclusione. Discutiamo piuttosto sulla sull’effettiva formazione di quanti si apprestano a compiere questo passo perché siano condotti a quella piena consapevolezza che frettolosamente dichiarano di possedere alla lettura degli articoli sugli obblighi civili durante la celebrazione del rito coniugale.

Moira Schena: