Con il tempo poi Gabriella ha cominciato a dedicare tutte le sue energie a ragazzi con forti disturbi psichici: “La mattina utilizzo il mio tempo scrivendo, riordinando i pensieri, anche sull’onda delle emozioni che questi ragazzi mi trasmettono. Ho appena ultimato un libro che racconta l’avventura del Cantiere. Il pomeriggio poi sono tutta per loro. Sono persone che a vederle così non penseresti che sono disagiate. Ma l’autismo, il ritardo mentale, le forme di chiusura con l’esterno li rende molto fragili, abbiamo dato loro la possibilità di esprimersi”. Uno schiaffo alla cultura imperante dello scarto. Ormai c’è un vero zoccolo duro al Cantiere, “alcuni non ci mollano più, sono cresciuti nell’associazione e stanno con noi da dieci anni. Siamo diventati una famiglia per loro”. Nonostante la fatica e le difficoltà che comporta seguire ragazzi disagiati, Gabriella racconta la sua attività col sorriso: “E’ come un diario sociale di amicizia, sofferenze, solitudini, che ti fa vivere intensamente”. Poi spiega come si è avvicinata a questo mondo, mettendo la sua vita al servizio degli altri: “Ho voluto unire la mia passione per il restauro, la scrittura, il giornalismo, la telecamera, il teatro con il volontariato che portavo avanti a Villa Maraini, unendo così la solidarietà ai giovani problematici. E ho visto che un cambiamento c’è stato. Le famiglie mi chiamano per ringraziarmi e l’associazione diventa un punto di riferimento anche per loro. Un giorno qualcuno ha definito i nostri laboratori una scuola di vita”. Proprio per le famiglie infatti l’associazione rappresenta un momento di respiro dalle difficoltà quotidiane.
L’autismo poi è una problematica particolare, se ne parla poco e spesso si ha una visione distorta della malattia. Gabriella è la testimone diretta di come si possa aprire un canale diretto di emozioni: “Si dice che il ragazzo autistico abbia una grande intelligenza interiore,sensibilità e capacità di fare. E’ così: i nostri scrivono, disegnano, recitano. Cerchiamo di sollecitare il loro ingegno nelle attività che facciamo”. Che il teatro sia un vero toccasana per i ragazzi affetti da autismo lo rivela anche uno studio americano pubblicato su “Autism Research” ma basta osservare la vita di Gabriella per capire che quella è la strada giusta.