Il carcere dell’Arkansas non può obbligare un detenuto musulmano a radersi la barba. È quanto stabilisce una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti in seguito ad una denuncia sporta da Abdul Maalik Muhammad, noto anche come Gregory Holt. Il regolamento dell’istituto di detenzione vieta di portare la barba lunga, ma come compromesso l’uomo aveva chiesto di poterla far crescere fino ad un centimetro di lunghezza.
Holt sosteneva che “il rifiuto dello Stato di fare eccezioni è oppressivo e costringe i detenuti a obbedire al loro credo religioso, affrontando un’azione disciplinare, o violare quel credo”. La Corte Suprema ha così accettato il ricorso del detenuto affermando che il divieto imposto dal carcere viola i suoi diritti e che la barba non è un elemento che mette a rischio la sicurezza. Abdul Maalik Muhammad era già noto alle autorità statunitensi per aver minacciato le figlie dell’ex presidente Bush e poi nel 2010 fu condannato all’ergastolo perché colpì con un coltello la fidanzata.