Il direttore della Caritas di Terra Santa, padre Raed Abusahlia denuncia: “I poliziotti israeliani chiudono entrambi gli occhi di fronte ai pusher che vendono chili di eroina nella zona orientale, araba di Gerusalemme e – aggiunge – è un modo per fiaccare e corrompere i palestinesi”. Dunque anche lo spaccio di stupefacenti rientra nella guerriglia quotidiana per il controllo della città.
I dati non sono confortanti e padre Abusahlia sottolinea che “Gerusalemme Est detiene il triste primato di essere una delle zone con più tossicodipendenti al mondo. Ci sono circa 5 mila eroinomani – secondo cifre per difetto della Caritas – che devono ricorrere a dosi quotidiane, pari all’1,7% di una popolazione di 350 mila persone. Per fare un paragone, la percentuale internazionale si attesta sullo 0,4 per cento. Inoltre ci sono altri 15 mila giovani che si drogano saltuariamente”.
Questi dati non possono essere completi ma contribuiscono a dare un quadro della situazione: nei numeri rientra infatti solo chi si dichiara tossicodipendente e solo la popolazione maschile. Infatti per quanto riguarda l’uso di droghe da parte delle donne spesso ci si trova davanti un tabù. Le autorità palestinesi preferiscono tacere quando si parla di droghe che vengono viste come una “macchia che offusca l’immagine di un popolo in lotta per la propria indipendenza”.