Il Kenya punta sui giovani agricoltori per ridurre la disoccupazione – vera piaga sociale tra gli under 30 – e la fame che colpisce vaste aree del Paese a causa della popolazione in rapidissima crescita. Il progetto chiamato “agripreneur” – imprenditori agricoli – è stato lanciato a marzo e ha coinvolto diversi neo laureati di un’unica regione di provenienza. Sebbene i ragazzi siano specializzati in vari campi, verranno istruiti in teoria e in pratica sulle tecniche agricole moderne e sull’imprenditoria. In caso di successo, il modello verrebbe esteso in tutto il Paese africano.
Il progetto keniota ha preso spunto dal suo “gemello” chiamato “Iita Youth Agripreneurs” (giovani imprenditori agricoli) e lanciato per la prima volta tre anni fa in Nigeria. I buoni risultati raggiunti dallo Stato che si affaccia nel Golfo di Guinea, ha spinto il governo locale ad intraprendere lo stesso percorso. “Grazie ad ‘agripreneurs’ – ha dichiarato il presidente della regione di Kibwezi, Oscar Musembi Marco – siamo sulla buona strada per trasformare la contea di Makueni da area a rischio carestia a granaio di tutto il Paese”. Marco ha poi aggiunto che il governo della contea di Makueni ha anche messo da parte un fondo di 25 milioni di scellini keniani (250 mila euro) per elargire prestiti a basso tasso d’interesse a giovani, donne, disabili intenzionati ad avviare un’attività autonoma.
Secondo Geoffrey Kironchi, docente dell’Università di Nairobi, l’ateneo ha donato parte dei 1.200 acri di terra e serre di sua proprietà ubicati nella regione di Kibwezi ai giovani, affinché potessero iniziare a irrigarli e a coltivare ortaggi. A suo avviso il piano potrebbe essere la chiave per riavvicinare i giovani all’agricoltura. “La nostra gioventù non è più attratta dall’agricoltura, nonostante il settore sia pieno di opportunità. Dobbiamo tutti mangiare ogni giorno. Attualmente, esistono un vasto spreco e una distribuzione impari del cibo. Mentre alcune parti del Paese hanno abbondante disponibilità di cibo tutto l’anno, altre lottano costantemente contro carestie e fame”.