Alcune immagini satellitari scattate tra agosto e novembre nel conteso arcipelago Spratly nel mar Cinese meridionale rivelano la presenza di un masso di terra lungo almeno 3 chilometri creato da Pechino lungo lo scoglio Fiery Cross, che finora si trovava sotto la superficie dell’acqua. Secondo il gruppo di sicurezza Ihs Jane si tratta del più grande progetto mai realizzato dalla Cina nell’arcipelago Spratly e “potrebbe finire per ospitare una pista aerea militare finalizzata a ribadire la sovranità di Pechino sulle isole”, rivendicate anche da Vietnam, Filippine, Malesia, Taiwan e Brunei.
Nel fine settimana un portavoce dell’esercito Usa, il tenente colonnello Jeffrey Pool, aveva fatto appello alla Cina affinché mettesse fine al progetto e avviasse colloqui diplomatici. Ma la risposta da parte del ministro degli Esteri cinese, oggi, è stata che nessuno ha il diritto di fare “dichiarazioni irresponsabili” sul progetto. Pechino, si legge in una nota, “ha una sovranità incontestabile sulle isole”, e la Cina sarà disposta a superare le dispute in maniera “pacifica e tramite negoziati”. Secondo Pechino, questo progetto non solo è pienamente legittimo, ma anche “necessario per permettere ai cittadini cinesi di svolgere il proprio lavoro e adempiere agli obblighi internazionali di ricerca e salvataggio”.