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IO, SCHIAVA DEI “MAGNACCIA” E DEI “CLIENTI”

Questa che proponiamo ai lettori è la cruda testimonianza di un’ex vittima del mercato del sesso. Si tratta di una giovane ragazza dell’Est Europa, intervenuta ieri, 30 giugno, nel corso della sessione dedicata alla prevenzione della violenza sulle donne, durante il Congresso nazionale della Cisl. È un vero e proprio pugno sullo stomaco. Se avete il coraggio, l’invito è a leggere tutto d’un fiato per comprendere cosa si nasconde dietro il fenomeno della prostituzione.

Mi chiamo Stefania, ho 24 anni e vengo dalla Romania. Sono qui oggi per condividere con voi  questa parte molto dolorosa della mia vita. Avevo 18 anni quando sono arrivata in Italia, portata da persone che credevo amiche dei miei familiari. Loro mi avevano promesso un lavoro e io ho accettato vedendo quanto si stava male in famiglia, perché non c’erano soldi e non si mangiava tutti i giorni.

Solo dopo ho scoperto di essere stata venduta come un oggetto e sono diventata la proprietà di qualcuno. Sulla strada mi hanno mandata con la forza, con calci e pugni, con le minacce e le torture delle quali ancora porto i segni nel mio corpo e in particolare nelle mie orecchie tagliate brutalmente dai magnaccia. Una notte ero fisicamente e psicologicamente distrutta, mi trascinavo per entrare nelle macchine dei clienti. Mi sentivo anche sporca e bruttissima perché mi avevano strappato tutti i capelli e si vedeva la cute… Le mie mani erano ferite, così anche le ginocchia e avevo dei buchi nella pancia che mi avevano fatto saltandomi sopra con i tacchi a spillo.

Eppure questi uomini che voi chiamate clienti sono persone che come me vanno a fare la spesa, a comprare qualcosa di cui hanno bisogno, che sentono la necessità di appropriarsi di cose… Così anche io sono diventata una cosa da comprare, come quando si va al negozio.

Non riuscirò mai a capire come una persona che si definisce uomo possa non avere pietà di una ragazza che sanguina, che piange e che soffre, facendo finta di niente, comprarla per chiedere di fare sesso mentre piange e sta male. Per me questi clienti, non saranno mai uomini ma persone disumane, senza cuore.

Ciò che mi addolora è quando si parla della prostituzione come un lavoro… Per me non è stato mai un lavoro ma è stato invece una tortura, un sentirmi tante volte violentata… così come vengono violentate tante giovanissime donne che oggi vado ad incontrare con la Comunità Papa Giovanni XXIII, con don Aldo, sulle strade per convincerle a uscire da questo inferno, trovare il coraggio di scappare. Il tutto non è facile ma sarà possibile se anche voi e lo Stato, chi comanda avrà la volontà di fare leggi per fermare queste persone senza cuore.

Quando mi picchiavano speravo sempre nell’arrivo di qualcuno che potesse liberarmi da quell’inferno. Quando finalmente dopo mesi per la prima volta arrivò la Polizia io fui veramente felice. Loro mi portarono subito in ospedale e poi in Comunità.

Spero che questa proposta di legge per fermare i clienti delle schiave fatte prostituire diventi veramente l’inizio di una grande speranza restituendo alle giovani donne la libertà e il desiderio di ricominciare una nuova vita. Grazie.

***

Qui è possibile vedere il video e ascoltare gli interventi – tra cui quello di cui abbiamo riportato la trascrizione qui sopra – nel corso della sessione sulla prevenzione della violenza delle donne, durante il Congresso della Cisl.

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