Non sono solo 4,2 milioni i dati appartenenti a dipendenti del governo statunitense, ma come riferisce la Cnn in realtà la situazione sarebbe ben più grave. Come ha riferito il direttore dell’Fbi, James Comey, durante un’audizione a porte chiuse al Senato, i dati sensibili compromessi dagli hacker sarebbero 18 milioni. Un dato allucinante, che se venisse confermato rappresenterebbe il cyber attacco più vasto mai subito da uno Stato, inoltre, il dato sembra essere destinato ad aumentare mano a mano che le indagini sulla violazione dei computer dell’amministrazione americana proseguono.
Gli hacker – le autorità statunitensi pensano che siano cinesi – hanno violato un database governativo usato per i controlli di sicurezza sui dipendenti (fedina penale pulita, casellario giudiziale….). Inoltre in quel database per garantire che i dipendenti federali non abbiano precedenti penali o ricattabili per debiti, vengono custodite anche informazioni sui loro familiari. Quindi i dati trafugati potrebbero interessare anche interi nuclei familiari.
Inoltre potrebbero essere state compromesse informazioni che riguardano gli incarichi dei dipendenti, le valutazioni delle loro prestazioni, dettagli su training e formazione, con conseguenze anche per il personale impiegato nelle diverse agenzie federali, anche quelli del dipartimento di Stato e per la sicurezza interna.