Microrobot più sottili di un capello che purificano le acque reflue industriali e che potrebbero risolvere per sempre il problema dei rifiuti tossici che inquinano i nostri fiumi, laghi e mari. Non si tratta di fantascienza, ma di una ricerca condotta da un team internazionale di ricercatori e pubblicata sulla rivista scientifica “Nano Letters”: questi microrobot, spiegano gli studiosi, si muovono in branco e nuotano nelle acque inquinate per eliminare i metalli pesanti tossici.
I ricercatori hanno già testato la capacità di questi robot, che sono anche autonomi e riutilizzabili, e hanno riscontrato che sono in grado di rimuovere il 95% del piombo presente in acque contaminate nel giro di un’ora.
A forma di tubo, i microrobot sono composti da tre strati: una parte esterna, in ossido di grafene, che assorbe le particelle di piombo presenti nell’acqua; uno strato centrale in nichel, che consente il controllo esterno dei robot usando un campo magnetico; infine, uno strato interno in platino, che da ai robot l’auto-propulsione, aggiungendo all’acqua il perossido di idrogeno – quella che noi conosciamo come acqua ossigenata -, con cui il platino interagisce.
Secondo quanto riportato nella ricerca, questa tecnologia è così efficace che può ridurre la quantità di piombo presente nell’acqua da mille parti per miliardo ad appena 50 – producendo un taglio del 95% – nell’arco di soli 60 minuti. I microrobot sono inoltre riutilizzabili: lo stesso campo magnetico che li controlla, infatti, può essere utilizzato per recuperarli e, una volta ripuliti dalle particelle di piombo, sono pronti per tornare a bonificare l’acqua.