I sorrisi sono contagiosi. È questo quanto emerge da una ricerca effettuata dal team della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste. Sia si tratti di un’emozione positiva, sia di una negativa, quando la ricordiamo ripercorriamo la stessa sequenza motoria dell’espressione facciale collegata a quell’emozione. Se quando siamo arrabbiati aggrottiamo le sopracciglia, nel riportare alla memoria tale sentimento, le nostre sopracciglia si incurveranno verso il basso. Lo stesso accade con i sorrisi. Se ricordiamo un sorriso, noi sorridiamo.
“Le teorie dell’emozione incorporata, embodied in inglese, sostengono che per capire un’emozione riproduciamo prima i movimenti del viso dell’espressione provocata da quell’emozione – spiega Jenny Baumeister, una delle ricercatrici della Sissa – In pratica, se osserviamo qualcuno che sorride, per comprendere ciò che prova sorridiamo a nostra volta. Abbiamo applicato questa osservazione nel campo della memoria e abbiamo testato se la stessa cosa poteva essere vera anche quando si cerca di ricordare un’emozione”.
Lo studio condotto dalla Baumeister – da poco pubblicato su Acta Psychologica – prevedeva il coinvolgimento di alcune persone che sono state sottoposte a un test di memoria sulle emozioni. Ad alcuni di loro è stata applicata una maschera di argilla – molto simile a quella usata nel campo della cosmesi – che rendeva più difficile il movimento dei muscoli facciali. I test nei quali la maschera non è stata applicata sono risultati migliori degli altri. Il coordinatore dello studio, Raffaella Rumiati, ha dichairato che i “dati confermano che ripetere il pattern motorio associato all’emozione agevola il ricordo. Questo ci fa pensare che anche in fase di immagazzinamento dei ricordi l’informazione viene codificata in memoria e riutilizzata nel recupero”.