Suor Marie Claire Agano, membro della Congregazione delle suore Scolastiche Francescane di Cristo Re, con sede a Spalato, era amata dai suoi studenti e si prodigava con tutte le forze per aiutare i poveri e gli ammalati. È stata assassinata lo scorso 29 novembre, a soli 40 anni, mentre lavorava nel suo ufficio al centro di formazione professionale della parrocchia Mater Dei di Bukavu, città della Repubblica Democratica del Congo, capoluogo della provincia del Kivu Sud.
Prima di essere uccisa con una coltellata alla gola, aveva trascorso la mattinata in preghiera. “Un crimine odioso commesso contro una serva di Dio pacifica e indifesa“, ha denunciato il Coordinamento provinciale della società civile del Sud Kivu. Chi l’ha assassinata ha usato uno stratagemma per entrare nell’istituto: ha detto al guardiano che doveva effettuare un’iscrizione scolastica. Inutili i soccorsi da parte dei suoi studenti. Il tribunale di Bukavu ha già condannato a 20 anni di reclusione i due killer arrestati subito dopo il crimine.
Suor Marie lascia un vuoto incolmabile soprattutto nelle sue studentesse, quelle giovani donne alle quali era stato impedito di studiare perché obbligate a svolgere le mansioni domestiche o perché la cultura del luogo proibisce loro di accedere agli studi. La religiosa è battuta affinché studiassero e ottenessero il certificato che permettesse loro di iscriversi alla scuola media e poi proseguire: è stata uccisa sotto i loro occhi. La commissione diocesana di Bukavu, “Giustizia e Pace”, la definisce una militante dei diritti della donna.
Le consorelle, ancora provate dal brutale delitto, ricordano il suo desiderio di “conformarsi al Signore con tutto il cuore ed essergli fedele per tutta la vita”. Era timida ma socievole allo stesso tempo, sempre sorridente e chi la conosceva ne ha evidenziato la sua costante crescita a livello spirituale e umano, il suo amore per il lavoro, la propensione per la musica e la grande gioia con la quale animava la Messa. Stando ai dati raccolti fino al 19 dicembre dall’Agenzia Fides, e ancora in fase di elaborazione per il dossier che viene pubblicato ogni anno a fine dicembre, suor Marie è l’ultima dei 25 operatori pastorali uccisi nel mondo nel 2016 (tre in più rispetto allo scorso anno). Per l’ottavo anno consecutivo, il numero più alto di vittime si registra in America. Dal 2000 al 2015 nel mondo sono stati assassinati 396 operatori pastorali, di cui 5 vescovi.
Nata in Congo il 03 luglio 1976, quinta di 10 figli, fu ammessa nella Congregazione delle suore di Cristo Re il 16 novembre 2000, il suo postulato ebbe inizio il 05 agosto 2001, il noviziato il 25 agosto 2002 ed emise i voti perpetui il 2 agosto 2010.
Svolgeva con amore ed entusiasmo il suo apostolato: oltre ad occuparsi di formazione religiosa, si dedicava a tutti quei bambini e ragazzi poveri che non avevano potuto frequentare la scuola primaria insegnando loro a leggere e scrivere, e a svolgere vari lavori. Organizzava corsi di alfabetizzazione per adulti. Dal 2008 al 2013 era stata direttrice in un liceo di Luhwinja, dove aveva insegnato psicologia, pedagogia e catechesi. Negli ultimi quattro anni era stata direttrice della scuola parrocchiale “Marie Madeleine” a Bukavu.
L’arcivescovo di Bukavu, François-Xavier Maroy Rusengo, si è detto “costernato per l’atroce delitto”. “La regione – ha affermato – è chiaramente in uno stato di totale insicurezza. Siamo al confine di paesi dove sono presenti le milizie e l’inquietudine è permanente. I religiosi e i consacrati non sono più minacciati degli altri. Siamo vittime, come altri, di tentativi di furto a mano armata. Conventi, parrocchie, ospedali o centri di cura sono regolarmente attaccati. Io stesso succedo a tre arcivescovi morti in agguati“. In una terra martoriata da 20 anni di guerre, dove la politica fa poco e niente, la Chiesa, come spiega monsignor Maroy Rusengo “gioca oggi il ruolo di supplente dello Stato, in una regione dove esso è totalmente assente. Siamo divenuti il riferimento non solo spirituale e morale, ma anche materiale. Noi dobbiamo comunque custodire la speranza, lavorare per il nostro popolo, per il nostro Paese, senza spirito di scoraggiamento, di vendetta o di disperazione. Dio ci ha chiesto di mantenere sempre questa lampada accesa e nulla può separarci da Lui, anche nei momenti difficili”.
L’omicidio di suor Marie riporta alla mente quello di Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian, le tre missionarie saveriane uccise nel 2014 nella loro casa in Burundi, a poco più di 100 chilometri da Bukavu. La missione delle suore Scolastiche Francescane di Cristo Re è stata aperta in Congo nel 1974 dove, nel tempo, grazie all’instancabile lavoro delle missionarie, si sono sviluppati tantissimi progetti educativi e sociali. Operano in quattro comunità: Luhwinji, Nyantende, Bukavu e Bukavu-Nguba-Muhungu con sette suore croate e 15 congolesi. Lavorano nella Caritas, negli asili, negli ospedali e nei reparti di maternità dove hanno sviluppato un progetto per i bambini malnutriti.