Dall’ufficio stampa del Laterano si limitano ad un laconico “non ne sappiamo nulla”. Ma il tam tam sulla nomina del prossimo Vicario del Papa per la diocesi di Roma è diventato più intenso nelle ultime ore. Secondo quanto riportato dal sito specializzato Il Faro di Roma, domani, venerdì 26, alle 12 dovrebbe essere dato l’annuncio in contemporanea dalla sala stampa della S. Sede e dal Palazzo del Laterano. Secondo quanto anticipato da Il Faro di Roma sarebbe certa la nomina di mons. Paolo Lojudice, dal 2015 vescovo ausiliare di Roma Sud, di cui però non si ha nessuna conferma.
Vicino agli scartati
Don Paolo è un sacerdote molto vicino agli emarginati, in particolare ai rom. Ma possiamo ricordare anche il suo impegno per le vittime della tratta, ad esempio nella promozione della Via Crucis per le donne crocifisse che all’inizio di aprile si è svolta proprio nelle strade della Garbatella, dove è molto diffusa la piaga della prostituzione. Tra le esperienze pastorali di mons. Lojudice, 53 anni, vanno ricordati il primo incarico da vicario parrocchiale al Quadraro, poi dal 1997 al 2005 la guida della comunità di S. Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca. Realtà difficili, di periferia e di degrado umano e sociale che lo hanno portato a diretto contatto con situazioni di povertà materiale e spirituale. Poi per nove anni è stato padre spirituale al Pontificio Seminario Romano Maggiore. Era stato nominato parroco di S. Luca al Prenestino quando fu eletto vescovo ausiliare due anni fa.
L’outsider
Un altro dei nomi molto accreditati per la nomina a vicario è quello di mons. Luigi Moretti, attuale vescovo di Salerno e numero due del Laterano ai tempi del cardinale Ruini. Era uno dei candidati più gettonati nello “pseudosondaggio” (in realtà una consultazione informale) proposta dal Papa all’inizio della Quaresima.
La rivoluzione della tenerezza
Il profilo del vescovo ausiliare, tra l’altro, è molto vicino a quello del “pastore con l’odore delle pecore” che tanto piace a Francesco: dopo la nomina di mons. Zuppi a Bologna e quella del card. Bassetti alla guida della Cei, non sarebbe certo una sorpresa veder diventare Vicario di Roma “un vescovo di strada” e quindi uno dei principali collaboratori del S. Padre nella linea di quella “rivoluzione della tenerezza” che il Pontefice sta portando avanti con grande determinazione a favore dei poveri, degli emarginati e degli ultimi.