Il primo passo verso il futuro ĆØ quello di un robottino che somiglia a un bimbo di 4 anni. Si chiama iCub (cioĆØ cucciolo), ĆØ italianissimo e ieri si ĆØ tenuto in equilibrio su una gamba sola, facendo urlare di gioia i suoi genitori umani, i ricercatori dell’Iit di Genova. Il piccolo automa dagli occhi grandi e dal volto sempre sorridente ĆØ stato sottoposto a diversi test, tra cui quello dell’ariete, con il quale gli scienziati hanno cercato di fargli lo sgambetto per controllare le sue capacitĆ di coordinamento. Risultati che accelerano gli studi sulla robotica e potranno consentire ad iCub di entrare nelle nostre case fra qualche tempo.
Il suo scopo? Aiutarci nelle faccende domestiche, svolgere servizi negli aeroporti e nelle stazioni ma anche accudire anziani, malati e disabili. Un amico cibernetico si potrebbe dire, in grado di cambiare le nostre vite e di portarci verso un mondo che sinora abbiamo conosciuto solo nei libri di Asimov (ricordate le tre regole della robotica?) e nei film di fantascienza. “Con questi progressi nell’equilibrio di iCub – ha sottolineato Giorgio Metta, direttore iCub Facility dell’Iit – abbiamo completato una fase fondamentale di sviluppo di questa tecnologia per farla uscire dai laboratori e renderla disponibile per l’uomo”. Nel settore della robotica Google ha investito dal 2013 a oggi oltre 2 miliardi di euro. iCub ĆØ l’unica piattaforma di intelligenza artificiale che consente ai ricercatori di lavorare e di fare esperimenti su larga scala su una piattaforma integrata.