Oggi il mondo ricorda il “Massacro di Monaco” andato in scena fra il 5 e il 6 settembre del 1972 e nel quale persero la vita 17 persone, tra cui 11 atleti israeliani, 5 terroristi e un poliziotto tedesco. A colpire nella grande città bavarese, dove si svolgevano i Giochi Olimpici, furono alcuni esponenti del gruppo palestinese “Settembre Nero”. Alle 4 del mattino del primo giorno 8 membri della sigla di matrice socialista affiliata all’Olp di Yosser Arafat riuscirono a penetrare all’interno del villaggio olimpico e con l’inconsapevole complicità di alcuni atleti statunitensi raggiunsero la palazzina dove alloggiavano i rappresentanti della squadra dello Stato Ebraico uccidendone subito due, Moshe Weinberg, allenatore di lotta greco-romana, e Yossef Romano, specializzato nel sollevamento pesi. Alle 5 iniziarono le trattative: i palestinesi per rilasciare gli ostaggi chiesero la liberazione di 234 compatrioti detenuti nelle carceri israeliane e di 3 terroristi tedeschi e pretesero anche 3 aerei per poter lasciare la Germania. I terroristi spostarono di ora in ora la scadenza dell’ultimatum, poi, alle 17 chiesero di essere trasferiti al Cairo.
Era sera quando si decise di far salire i terroristi con gli ostaggi su due elicotteri atterrati nel piazzale del villaggio olimpico per trasferirli alla base aerea di Furstenfeldbruck e da lì, come da loro richiesto, farli partire con un aereo la capitale egiziana. Verso le 22.30 i mezzi con gli ostaggi atterrarono alla base: scesero i quattro piloti e i sei terroristi. Due di loro corsero subito a ispezionare l’aereo, ma si accorsero che si trattava di una trappola: accanto all’aereo, la polizia tedesca voleva liberare gli atleti. L’area venne subito illuminata e gli agenti aprirono il fuoco. La sparatoria durò circa un’ora. Un terzo elicottero con alcuni agenti di rinforzo atterrò a più di un chilometro di distanza da dove si stava svolgendo la sparatoria: quei poliziotti non entrarono mai in azione. Quando alla base aerea arrivarono i veicoli corazzati tedeschi, ai terroristi fu chiaro che non era più possibile fuggire e decisero di uccidere gli ostaggi.