Il leader coreano Kim jong-un riappare, ma cammina con un bastone

La scomparsa dalla scena pubblica aveva scatenato le ipotesi più disparate. Il leader nordcoreano Kim Jong-un, dato per malato o deposto, è ricomparso per la prima volta in pubblico dal 3 settembre. La sua assenza dalle manifestazioni ufficiali aveva suscitato una serie di speculazioni in particolare quando venerdì non aveva partecipato alle celebrazioni per il 69esimo anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori. Le agenzie di stampa riportano la visita del leader, che si aiutava con un bastone, a un nuovo complesso residenziale costruito appositamente per gli scienziati impegnati sul programma spaziale della Corea del nord.

Le prime foto di Kim Jong-un, dopo l’assenza di 40 giorni, sono state pubblicate dal Rodong Sinmun, il quotidiano del Partito dei Lavoratori: il leader nordcoreano, visitando una nuova area residenziale, cammina aiutandosi con un bastone. La foto principale apparsa sul sito del giornale è di un Kim sorridente e più magro, almeno all’apparenza, più altre in cui discute con alti funzionari del regime le nuove costruzioni appoggiandosi a un bastone. Da segnalare la presenza, secondo l’agenzia Kcna, di Hwang Pyong-so, il numero due del regime grazie anche alla carica di vicepresidente della Commissione nazionale di Difesa presieduta dal leader.

L’evento, pur in assenza di esplicita menzione, dovrebbe essere accaduto ieri. Kim era stato visto l’ultima volta in pubblico a un concerto con la first lady Ri Sol-ju, sparendo dai radar dei media nordcoreani per il periodo più lungo da quando ha ereditato il potere alla morte del padre Kim Jong-il. Il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo ha riferito che Kim, dopo aver subito un intervento chirurgico a entrambe le caviglie da parte di un medico francese a metà settembre, era in fase di recupero in una tenuta privata a nord di Pyongyang. Una versione che riprende quanto fatto filtrare nei giorni scorsi dal governo di Seul, in base a informazioni raccolte dai servizi di intelligence.

Sara Sbaffi: