La voce degli ultimi

giovedƬ 7 Novembre 2024
14.8 C
CittĆ  del Vaticano

La voce degli ultimi

giovedƬ 7 Novembre 2024

IL “GOLPE” DI ERDOGAN

A poche ore dal golpe fallito, Erdogan aveva in mano liste giĆ  stilate con decine di migliaia di presunti golpisti e collaboratori dell’imam Fethullah Gulen, predicatore e politologo turco, definito “come Bin Laden” da Erdogan che lo considera la mente di tutto ciĆ² che ĆØ accaduto. Non solo i comandi militari che hanno effettuato il blitz nel Paese, dunque, e qualche fiancheggiatore della nomenklatura – com’era logico aspettarsi – ma una parte consistente di soldatiĀ e di popolazione civile in poche ore ĆØ stata individuata e arrestata. Tutto si ĆØ svolto come se esistessero delle liste nere giĆ  pronte di ‘nemici’ e infiltrati, nonchĆ© la genericitĆ  dell’accusa di simpatie per Gulen. “Quando si arrestano migliaia di persone arbitrariamente, ĆØ repressione – ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini -. Ed ĆØ qualcosa di intollerabile per un Paese che dice di voler entrare nell’Unione europea. Quello che sta accadendo in Turchia ci deve preoccupare ed ĆØ inaccettabile”.

A preoccupare Stati Uniti e Unone Europea sono la quantitĆ  e la rapiditĆ  dei provvedimenti. Risposte troppo rapide del presidente turco contro magistratura, polizia ed esercito. Poi le purghe colpiscono anche istruzione e informazione. Semplificando, ciĆ² che sembra ad un occhio esterno ĆØ che sia stato Erdogan a fare il golpe piuttosto che subirlo; come se ci fosse un piano prestabilito per cambiare l’intero estabilishment del Paese. “Continueremo a espellere il virus da tutte le istituzioni statali, perchĆ© questo virus si ĆØ diffuso come un cancro, che ha avvolto lo stato”, ha dichiarato Recep Tayyip Erdogan durante il funerale a Istanbul di alcune vittime del colpo di stato.

Ricapitoliamo qualche numero: arresto di oltre 6000 soldati, 103 i generali e ammiragli delle Forze Armate. 2.745 giudici sollevati dall’incarico, quasi 8000 poliziotti sospesi tra Ankara e Istanbul; sollevati dall’incarico anche 8.777 dipendenti del ministero dell’Interno. Il ministero delle Finanze ha invece sospeso circa 1.500 impiegati. Sospesi anche 30 governatori e 50 amministratori locali. Sospesi 15.200 dipendenti pubblici, tolta la licenza a 21mila insegnanti di istituti privati, chieste le dimissioni di tutti i 1.577 tra decani, presidi e rettori universitari. Chiuse 24 radio e tv, finiti sotto inchiesta 370 dipendenti e giornalisti della tv pubblica Trt. Anche cinque membri del Hsyk stesso, il piĆ¹ alto organismo giudiziario della Turchia, sono stati rimossi, rende noto l’agenzia di stampa Anadolu. La Presidenza turca per gli Affari religiosi (Diyanet), la massima autoritĆ  islamica che dipende dallo Stato, ha annunciato di aver allontanato 492 dipendenti – tra cui imam e docenti di religione – per lo stesso sospetto.

La cosa che appare grave ĆØ la “palese violazione dei diritti umani”, come denunciato da Amnesty International: “Ammassati per terra seminudi e con mani e piedi legati, probabilmente nella palestra di un edificio militare. Sono le immagini shock, che circolano in queste ore sui social network, delle condizioni di detenzione di decine di militari turchi, arrestati dopo il fallito colpo di stato. Foto che si accompagnano ad altre di soldati golpisti arrestati con evidenti segni di percosse”. Le Nazioni Unite hanno fatto sapere di temere e condannare anche “la reintroduzione della pena di morte: sarebbe una violazione degli obblighi della Turchia previsti dal diritto internazionale dei diritti umani, un grande passo nella direzione sbagliata”, ha detto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra’ad Al Hussein. La Turchia ĆØ in corsa per entrare nell’Ue, e questa situazione potrebbe rappresentare l’ennesimo esempio di ambiguitĆ  di un regime che evitando le esecuzioni potrebbe staccare il biglietto per l’Ue pur mantenendo all’interno dei confini un regime totalitario.

D’altronde, l’ambiguitĆ  di Erdogan ĆØ antica. Basti vedere la foto che lo ritrae in ginocchio da Hektmatiar signore della guerra talebano e alleato di Al Qaeda in una foto degli Anni Novanta (immagine pubblicata da un giornale turco quando Erdogan divenne premier nel 2003 e il giornale fu sequestrato e il direttore arrestato), o anche solo il sostegno all’Isis degli ultimi tempi, o ancora le bombe sui curdi alleati dell’Occidente proprio contro l’Isis. Che tutto fosse giĆ  scritto sembra evidente, le liste di proscrizione erano compilate e pronte all’uso. Ma l’Occidente ha ancora negli occhi il disastro compiuto con l’eliminazione dei leader in carica nel momento in cui esplose la Primavera Araba, operazione che lungi dall’esportare democrazia ha invece creato il coas nel Mediterraneo, aprendo la strada al fondamentalismo del Daesh.

Non tutti lo ricordano, ma lo scorso 20 marzo l’Unione Europea e la Turchia hanno siglato un accordo per la gestione dei flussi migratori verso lā€™Europa. Il numero dei migranti che tentavano di passare illegalmente dalla Turchia alla Grecia ĆØ drasticamente diminuito (si ĆØ passati da una media di 1700 a settimana a 47). Ma, spiegavano pochi mesi fa dalla Commissione europea, molto lavoro cā€™ĆØ ancora da fare e il successo dellā€™accordo dipenderĆ  dalla determinazione politica di tutte le parti coinvolte. Una situazione che ricorda molto quella che vide protagonista Gheddafi nell’agosto del 2008, quando firmĆ² un accordo di cooperazione che, non scritto, sottintendeva il blocco dei migranti. “Va bene lā€™accordo con la Libia perchĆ© la Libia fermerĆ  gli immigrati clandestini invece di mandarli qui – disse l’allora ministro Bossi – perchĆ© da lƬ che arrivano tutti gli extracomunitari”. Poi Gheddafi fu spazzato via…

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario