I minori non possono avere armi ma le lobby produttrici di questi giocattoli hanno promosso corsi di formazione anche per loro. I dodicenni possono iscriversi con la propria famiglia ai poligoni di tiro e godere di promozioni e sconti per fucili di piccola taglia. In America il possesso di armi fattura all’industria bellica 30 miliardi di dollari, poco importa quindi se ogni tanto genera spargimento di sangue mietendo qualche dozzina di morti innocenti. Probabilmente il ragazzino autore di questo eccidio avrebbe avuto facilità a procurarsi l’arma se non l’avesse ricevuta in dono perché è figlio di una mentalità che ammette il ricorso a questi strumenti di morte. In paesi dove non é così ovvio ottenere una pistola al massimo avremmo letto di una rissa. Troppo limitante ascrivere la responsabilità ad uno o all’altro tutti personaggi di questo teatro al massacro. Manca una coscienza collettiva che inverta la tendenza allucinante che concepisce “familare” il possesso come l’uso di armi a qualunque scopo, anche quello difensivo.