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Il forte caldo rende il vino più alcolico

Il troppo caldo sconvolge l’agricoltura e gli allevamenti. L’allarme lo ha lanciato la Coldiretti, che in documento rileva che la coltivazione dell’ulivo in Italia è arrivata a ridosso delle Alpi, che aumentano i gradi alcolici del vino, che nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserve e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee, mentre in Sicilia, si coltivano banane, avocado e altri frutti esotici Made in Italy.

Due miliardi di danni per il surriscaldamento

I danni provocati all’agricoltura per effetto del surriscaldamento del clima si attestano intorno ai due miliardi, avverte Coldiretti. La quale propone un testo dettagliato su tutti gli sconvolgimenti agricoli provocati dall’innalzamento delle temperature.

Ulivi a ridosso della Alpi

Si spiega che ormai si trova in provincia di Sondrio, oltre il 46esimo parallelo, l’ultima frontiera settentrionale dell’olio d’oliva italiano. Negli ultimi dieci anni – spiega la Coldiretti – la coltivazione dell’ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese è passata da zero a circa diecimila piante, su quasi 30 mila metri quadrati di terreno.

Vino più alcolico

Il caldo straordinario incide anche sulla produzione viticola. Coldiretti sottolinea che il vino italiano è aumentato di un grado negli ultimi trent’anni, ma il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni più alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.

A rischio il patrimonio alimentare italiano

Il riscaldamento provoca anche, afferma la Coldiretti, il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l’affinamento dei formaggi o l’invecchiamento dei vini. “Una situazione che di fatto – conclude la Coldiretti – mette a rischio il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy”.

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