Nell’universo si sta per verificare un impatto di proporzioni enormi, che potrebbe produrre onde gravitazionali, un fenomeno previsto dalla teoria della relatività di Einstein ma mai dimostrato o osservato. Accadrà all’interno della remota costellazione della Vergine – a 3,5 miliardi di anni luce di distanza – tra 100.000 anni, un tempo che può sembrare un’eternità per l’uomo ma per gli avvenimenti cosmici è più simile ad un battito di ciglia.
Scoperta all’inizio di quest’anno dagli astronomi del Caltech di Pasadena, la coppia di corpi celesti è stata confermata da un recente studio della Columbia University. I ricercatori hanno creato un modello matematico in grado di spiegare il fenomeno; i due buchi neri, di diverse dimensioni, ruoterebbero ad una distanza di circa una settimana luce avvicinandosi sempre di più al momento dell’impatto.
“Questa è l‘osservazione più probabile che sia stata fatta di due buchi neri prossimi ad un’enorme collisione – ha spiegato Zoltan Haiman della Columbia University – osservare il processo mentre giunge a compimento potrebbe insegnarci moltissimo, spiegarci ad esempio se Buchi neri e galassie crescano alla stessa velocità, e aiutarci a testare una delle proprietà dello spazio/tempo: la sua capacità di trasportare vibrazioni, o onde gravitazionali, che dovrebbero essere prodotto al termine dello scontro”
Un’opportunità incredibile per la comunità scientifica, che potrebbe portare a verificare molte delle teorie ancora in discussione sul funzionamento dell’universo. Ovviamente però 100.000 anni sono troppi per la ricerca ma il modello costruito dagli scienziati permette di identificare velocemente centinaia di altre coppie di buchi neri – ne sono già state trovate 20 nel corso di questa estate – e, secondo i ricercatori, la scoperta di un evento di questo genere osservabile nei prossimi dieci anni è più che probabile.