“Sarei felice se fossero solo 15 gli ettari inquinati nella Terra dei Fuochi. Ma non è così”. A sostenerlo è Lucio Iavarone, responsabile del Coordinamento Comitati Fuochi. “Rassicurare e deresponsabilizzare non è la soluzione che ci serve – prosegue -. Anche se lo Stato dice che va tutto bene, noi dobbiamo ricordarlo che non va tutto bene”. Le parole di Iavarone sono la riposta al recente decreto interministeriale – firmato nei giorni scorsi dal ministro dell’agricoltura Maurizio Martina – che ha “ridotto” le aree inquinate della Terra dei Fuochi ad appena 15 ettari tra le province di Napoli e Caserta. Su questi 150mila metri quadrati non sarà più possibile coltivare frutta e ortaggi.
Secondo le stime di Comitati Fuochi, molte zone non sono state ancora analizzate. “Ad oggi si sa che i comuni dove sono stati interrati rifiuti tossici sono 88 e per ora ne sono stati analizzati solo 57” ha sottolineato Iavarone. “In effetti – spiega – le aree che hanno il fattore di rischio 5, il più alto, coprono 15 ettari di terreno. Ma questo non significa che il resto non sia inquinato”.
Secondo le associazioni di settore i 15 ettari non sono rappresentativi. “Noi prendiamo questa analisi come il punto di partenza – prosegue il responsabile -. Non deve però passare un messaggio rassicurante e falso. La cosa più importante da fare è allargare le analisi anche agli altri siti. Perché – conclude – focalizzare l’attenzione solo sui prodotti agricoli non basta. Dobbiamo ricordarci anche di tutte quelle discariche pubbliche, abusive, nascoste, sotterranee…Ognuno dovrebbe attuare piani di bonifiche della propria discarica, ma anche su questo si fa troppo poco”.
Il Comitato Terra dei Fuochi chiede al Governo la creazione di un marchio di qualità che assicuri quali prodotti campani possano essere venduti tranquillamente senza danni alla salute del consumatore. L’economia campana ha infatti pagato a caro prezzo la paura sorta tra i consumatori all’indomani della scoperta delle discariche abusive.
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha ribadito il forte impegno, da parte di tutto il mondo politico e istituzionale, affinché si possa raggiungere quanto prima una soluzione definitiva al problema assicurando al contempo sulla qualità dei prodotti provenienti dalla Terra dei Fuochi. “Basta con l’allarmismo, i prodotti campani sono sicuri perché la scienza lo conferma”.