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I SIKH CONTRO LA CASSAZIONE: “PUGNALE VIETATO? OFFESA LA NOSTRA FEDE”

Nella Roma di un paio di secoli fa, in quella del celebre Rugantino, era comune imbattersi in qualche baldo giovane col coltello in saccoccia. Pronto a usarlo in una delle tante dispute – magari per contendersi una ragazza o per riparare allā€™umiliazione subita al tavolo da gioco – che animavano la cittĆ  di quel tempo.

Ma la societĆ  ĆØ cambiata e insieme a essa anche certi usi e costumi. Progressivamente le metropoliĀ italiane si sono riempite di persone provenienti da terre lontane, portatrici di culture specifiche. Oggi il pugnale, o meglio il Kirpan, lo portano alla cintura gli indiani sikh battezzati (circa il 10% dei 150mila sikh che si trovano in Italia), ma non a scopo offensivo, bensƬ come precetto religioso.

Questa regola si scontra perĆ² con la legge italiana, che vieta di girare con addosso armi. Negli ultimi anni la questione, visto il crescente numero di immigrati indiani, ĆØ spesso entrata nelle aule di giustizia. La piĆ¹ recente sentenza ĆØ arrivata dalla Cassazione qualche giorno fa: confermata la condanna a un sikh sorpreso nel 2013 vicino Mantova mentre usciva di casa con questo grosso pugnale. Lā€™uomo aveva sostenuto che portare il Kirpan ĆØ adempimento della religione come quello di indossare il turbante, perciĆ² aveva fatto ricorso in Tribunale.

La sentenza ha suscitato disappunto nella comunitĆ  sikh. In Terris ne ha parlato con Jaspreet Singh, ventiseienne indiano residente in Italia, vicepresidente della Sikhi Sewa Society.

Come valuta questa sentenza?
“ƈ una sentenza che mi ha amareggiato, si tratta di una limitazione alla libertĆ  di culto”.

Ma in Italia ĆØ possibile andare in giro armati soltanto se si possiede una licenza di porto dā€™armiā€¦
“Per noi il Kirpan non ĆØ unā€™arma bensƬ un ‘oggetto sacro’, fa parte dei cinque simboli della fede Sikh, le cosiddette ‘5 K’ che un sikh battezzato deve sempre portare con sĆ© perchĆ©, una volta ricevuto il rito del battesimo, diventano parte del suo corpo. Il Kirpan ĆØ lā€™equivalente – con tutti i distinguo del caso – del Crocifisso, e viene portato soltanto da sikh che hanno ricevuto il rito del battesimo. E qui vorrei ricordare che un sikh si battezza quando piĆ¹ lo ritiene opportuno e non cā€™ĆØ unā€™etĆ  minima o massima, non gli viene imposto alla nascita, e quindi soltanto quando un sikh ĆØ pronto e consapevole di poter rispettare tutti i precetti della religione si battezza”.

Lei porta il Kirpan?
“Io non sono ancora battezzato e quindi non ho la facoltĆ  di portarlo con me, ma sicuramente in un futuro molto prossimo mi battezzerĆ² e quindi porterĆ² anche io il Kirpan. Sottolineo che anche le donne possono battezzarsi e di conseguenza anche loro possono portare con sĆ© il Kirpan”.

ƈ mai capitato a membri battezzati della comunitƠ sikh, che lei sappia, di avere problemi con italiani per via del Kirpan?
“Non mi risulta che ci siano mai stati problemi. DirĆ² di piĆ¹, non mi risulta ce ne siano mai stati non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo: non si ĆØ mai registrato un caso in cui un sikh battezzato abbia utilizzato il Kirpan a scopo offensivo o come unā€™arma”.

Allā€™estero cosa dice la legge su questo tema? Ad esempio quella del Regno Unito, dove ĆØ molto numerosa la comunitĆ  sikh.
“Nel Regno Unito, e in tutti i Paesi del Commonwealth, ĆØ possibile portare il Kirpan senza alcun tipo di problema. In Paesi come il Canada, la legge comprende a pieno il significato simbolico del Kirpan come emblema di dignitĆ  e autoritĆ . Addirittura ci sono deputati canadesi che sono sikh battezzati e quindi portano il Kirpan anche allā€™interno del Parlamento. E senza andare troppo lontano, il diritto di indossare il Kirpan viene tutelato dallā€™articolo 9 della Convenzione Europea dei Diritti dellā€™Uomo, secondo il quale ogni persona ha diritto alla libertĆ  di pensiero, coscienza e religione, e fondamentale ĆØ il diritto che ha lā€™uomo di manifestare pubblicamente e privatamente la propria religione”.

La Suprema Corte ha motivato la sentenza sottolineando ā€œlā€™obbligo per lā€™immigrato di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentaleā€. Siete dā€™accordo con questa omologazione culturale?
“Personalmente sono in disaccordo con lā€™omologazione e spiego anche il motivo: se noi immigrati abbiamo lā€™obbligo di conformarci ai valori del mondo occidentale, vuol dire che una persona del mondo occidentale non ha tale obbligo, e di conseguenza i tanti italiani che sono divenuti sikh possono portare il Kirpan, cosƬ come i tanti tedeschi, britannici, spagnoli e via dicendo che si sono convertiti al Sikhismo. In piĆ¹, aggiungerei che lā€™Italia da sola non forma il ‘mondo occidentale’, quindi visto che in altri Paesi del cosiddetto ‘mondo occidentale’ abbiamo il diritto di mantenere i nostri valori, siamo giĆ  conformi a certi valori”.

Quali sono secondo lei i ā€œvalori del mondo occidentaleā€ a cui la sentenza fa riferimento?
“Penso ce lo possa dire soltanto chi ha pronunciato quella sentenza, visto che per quel che ne so io, uno dei valori principali del mondo occidentale ĆØ la libertĆ  di manifestazione del pensiero”.

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