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I mercanti di Atene donano alimenti ai disoccupati

Ad Atene quartiere residenziale di Ampelokipoi, abitano circa 120 famiglie, in maggioranza impiegati statali che non avrebbero mai immaginato di non riuscire a fare la spesa. Dal 2013 a causa del licenziamento 15mila lavoratori sono disoccupati e privi quindi anche del necessario. A questo bisogno ha dato risposta il centro per la solidarietà alimentare sostenuto dal fondo di 10mila euro biennali donati dal partito Syriza che ha creato una rete per raccogliere e distribuire generi alimentari di ogni tipo che vengono gratuitamente offerti dai venditori ambulanti del mercato rionale.

Il lavoro di raccolta e distribuzione avviene grazie ai volontari che panno parte dei comitati di quartiere detti “Solidarity for All”. La base di appoggio è sita in un elegante bar del quartiere che non ha resistito alla crisi il cui affitto viene coperto dal partito Syriza. Qui si ritrovano i volontari che indossano la pettorina per essere riconoscibili ai commercianti e si recano al mercato zonale dei generi alimentari. I venditori ambulanti mostrano una grande disponibilità, intrattenendosi a dialogare e lasciando loro generi alimentare che non sono costituiti da alimenti invenduti o invendibili ma da cibi che vengono offerti per la raccolta alimentare.

I venditori conoscono l’iniziativa della colletta alimentare e aderiscono volentieri senza diffidare, spinti da un implicito senso di solidarietà, perché nessuno può dirsi certo di non finire nelle stesse condizioni, come dichiara uno di loro:”  “Un giorno potrebbe capitare a me, e vorrei essere aiutato allo stesso modo”.  Terminata la raccolta i generi vengono distribuiti in sacchetti e lasciati al centro di smistamento garantendo la discrezione e la riservatezza per le famiglie bisognose che di limitano a ritirare la spesa loro donata. Gli organizzatori hanno scelto questa forma di aiuto nella consapevolezza di quanto imbarazzo possa creare questo stato di bisogno nei disoccupati licenziati, come racconta Dimitri Chasapis, volontario del centro:” “Preferiamo distribuire il cibo così, per non ferire l’orgoglio di persone che si trovano costrette a mangiare in una mensa pubblica”.

 

 

 

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