Non fu l’uomo a sterminare i mammiferi giganti dell’Era glaciale, ma … il caldo. Lo indicano i resti fossili scoperti in Patagonia e analizzati dalla ricerca coordinata da Alan Cooper, dell’università australiana di Adelaide – pubblicata sulla rivista Science Advances – che dimostra che “la colonizzazione umana, fino a quando il clima è stato freddo, non ha provocato l’estinzione”.
La causa della rapida scomparsa – oltre 12.000 anni fa – di grandi mammiferi quali la tigre dai denti a sciabola era rimasta a lungo un mistero fino a quando la grotta di Fell, scoperta in Patagonia nel 1936, ha dimostrato per la prima volta che gli esseri umani avevano cacciato i giganti dell’Era glaciale. Così si era ipotizzato che fossero stati gli antichi cacciatori a cancellare i grandi mammiferi come il giaguaro gigante o l’enorme orso dal muso corto che pesava una tonnellata (il più grande mammifero carnivoro sulla terraferma). Tuttavia restavano ancora molti dubbi, anche sull’epoca precisa della scomparsa di questi animali.
L’analisi del Dna dei resti scoperti in Patagonia e la loro datazione con la tecnica del radiocarbonio ha invece calcolato con precisione l’epoca della scomparsa degli animali, databile a 12mila anni fa. I dati, confrontati con la mappa della colonizzazione dell’America Latina, hanno indicato che solo quando il clima si è riscaldato, circa un millennio dopo l’arrivo dell’uomo in quella zona, quegli animali sono scomparsi e che questo è avvenuto velocemente, nell’arco di poche centinaia di anni attribuendo la colpa ai cambiamenti climatici.