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I guerriglieri del verdeche riqualificano le periferie

[cml_media_alt id='10520']fiori[/cml_media_alt]Bisognerebbe educare la gente alla bellezza come arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. Concetti espressi da Peppino Impastato, un messaggio forte raccolto come manifesto dai “Giardinieri Sovversivi”, la cui storia inizia verso il 2010, quando un gruppo di cittadini si unisce per piantare fiori e arbusti laddove c’è solo cemento e terra brulla. Andrea Di Carlo ha cominciato quattro anni fa con un giardino pubblico a Tor Bella Monaca, a Roma, e da lì non si è più fermato: “Facciamo la Guerrilla Gardening con l’aiuto di cittadini e vivai, abbiamo deciso di interagire positivamente con lo spazio urbano attraverso piccoli atti dimostrativi, quelli che chiamiamo attacchi verdi”.

La Guerrilla Gardening si oppone al degrado urbano agendo contro l’incuria delle aree verdi. La prima volta che viene usato questo termine è nel 1973, da parte di Liz Christy e il suo gruppo Green Guerrilla, nella area di Bowery Houston a New York: trasformarono un derelitto lotto privato in un giardino. Dopo quarant’anni questo spazio è ancora ben tenuto, se ne prendono cura alcuni volontari, ma ora gode della protezione del dipartimento parchi di New York.

In Italia il movimento è nato nel 2006 grazie ad un gruppo di giovani milanesi, fondatori di GuerrillaGardening.it, che ancora oggi segue e consiglia i gruppi indipendenti sparsi in tutta Italia. La popolazione cittadina risponde bene alle iniziative, alcune aziende di giardinaggio aiutano con consigli e donando piante e materiali, altri si limitano ad applaudire e ad apprezzare le azioni verdi. “Ogni giorno nuovi guerriglieri, nel senso buono del termine ovviamente, si aggiungono alla nostra causa, per trasformare e riappropriarsi degli sterili ed impersonali spazi comuni cittadini”.

Andrea, un ragazzo che nella vita fa il traduttore e nel tempo libero si trasforma in un giardiniere sovversivo, spiega la sua passione: “Puntiamo a recuperare gli spazi urbani inutilizzati o trascurati attraverso le segnalazioni e la partecipazione dei cittadini, armati di piante, fiori ed attrezzi di giardinaggio costruiscono aiuole in punti degradati della città. Dal parco al marciapiede sotto casa, dalle aiuole incolte ai cavalcavia, dall’estrema periferia al centro storico”. Spesso capita che siano proprio i comitati di quartiere a cercare i ragazzi: “Gruppi di cittadini chiedono un nostro aiuto”.

Domenica 12 ottobre è in programma un’azione green sempre a Roma, in un piccolo parco abbandonato di fronte l’Università Roma Tre: “In questo quartiere ci sono quotidianamente problemi di degrado, è luogo di prostituzione e accattonaggio. Noi vogliamo portare una ventata di colore in una data che coincide anche con la giornata internazionale dei tulipani, pianteremo vari bulbi per rendere il giardino meno triste”.

Ma gli ostacoli per i “sovversivi” non mancano. Spesso le piante dopo la semina vengono trascurate dagli abitanti stessi. “A Tor Bella Monaca – racconta Andrea – abbiamo sistemato una grande fontana ormai adibita a discarica. Purtroppo però dopo l’attacco alcune piantine sono sparite”. Le armi visionarie dei guerriglieri verdi sono le bombe di semi, ad alto potere germinativo, e gli “abbraccia-palo”, piante in barattolo da appendere ovunque lungo i pali della città per rendere il paesaggio un po’ meno grigio: uno schiaffo a tutti coloro che considerano la periferia come la pattumiera della società, a qualunque latitudine.

 

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