Paola Scognamiglio, medico specialista in malattie infettive dell’Istituto Lazzaro Spallanzani, ha richiamato l’attenzione sull’emergenza del contagio dell’Aids al convegno denominato “I giovani e l’Hiv”, tenuto nella Sala degli Atti Parlamentari del Senato, promosso da Osservatorio Sanità e Salute. “A causa delle diagnosi da Hiv che sono tardive in oltre il 50% dei casi e avvengono in fase di Aids conclamato nel 37%, non siamo in grado di ridurre lo zoccolo duro di 3 mila nuovi contagi scoperti ogni anno”.
Secondo uno studio americano “il 66% delle nuove infezioni da Hiv è causato da persone che non sanno di avere il virus” e per questo non prendono alcuna precauzione. “Il ritardo della diagnosi – ha detto la Scognamiglio – è in rapporto con il cosiddetto “sommerso” – soggetti inconsapevoli della propria positività al virus – stimato oggi del 15-25% in Italia, come in Europa”. La dottoressa ha sottolineato come, neanche le gravidanze oggi in Italia sono attentamente monitorate: “Oggi nel Lazio il 10% delle donne in gravidanza non sono sottoposte a test”.
Il medico specialista ha evidenziato che, su circa il 60% delle diagnosi avvenute nel Lazio nel 2013, si è visto che il 5,5% di quelle tardive potevano essere anticipate, se fosse stato fatto test dell’Hiv al momento in cui era stata identificata da un medico una patologia indicativa come Tbc, infezioni sessualmente trasmesse, epatiti o mononucleosi. Nel 2013 sono stati effettuati dei presidi per il test in 13 sedi di associazioni come la Lila, in 6 sedi di strutture per migranti come la Caritas, e in 5 servizi per tossicodipendenti a bassa soglia.