La Benemerita entra nel XXI secolo. Dopo la Polizia di Stato anche i Carabinieri si tuffano nel mondo social, aprendo il loro profilo Twitter ufficiale. Un servizio rivolto ai cittadini per segnalare (così recita il primo tweet pubblicato, seguito dall’hashtag #possiamoaiutarvi) “eventi, news, appuntamenti e concorsi”. Un filo diretto con l’Arma che, probabilmente, coinvolgerà più i giornalisti dei cittadini comuni. Ma che comunque testimonia il desiderio di innovazione delle istituzioni tradizionali. Operazione che si inquadra anche nel tentativo di ricreare l’antico rapporto di fiducia tra cittadino e uomini in divisa, incrinatosi negli ultimi anni.
L’esordio non è stato dei migliori: secondo quanto riporta il sito www.ilsocialpolitico.it, sinora l’account Twitter dei Carabinieri, ha ottenuto solo 631 follower. Più di quanti un utente medio potrebbe sperare di avere a poche ore dalla creazione del suo profilo, ma meno di quelli che un’istituzione così importante si aspetta di guadagnare. Per ottenere maggiore popolarità occorrerà avere strategie social precise e, sopratutto, non limitarsi a fare il compitino. Il compito è arduo, basta vedere il seguito raccolto dalla Polizia in 6 anni di attività su Twitter: solo 9.494 follower. Un mini flop forse generato da un’attività poco costante, visto che la Ps, dal 2009 a oggi, ha pubblicato appena 876 tweet.
Basti guardare cosa avviene all’estero. Negli Usa, ad esempio, il profilo della sezione centrale dell’Fbi ha oltre 1,2 milioni di follower, cui vanno aggiunti quelli dei comandi cittadini. Fbi New York ne ha 75mila, Washington 26.400, Boston 18.500 e Los Angeles 24.500. Si dirà che l’Fbi gode di una pubblicità cinematografica spropositata (da X-Files a Bones) mentre carabinieri e polizia possono contare solo su fiction terz’ordine. Ma forse qualcosa da un punto di vista della strategia comunicativa potrebbe essere migliorato.