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Gli Ufo non esistono: parola di Cia

Una nuova doccia gelata per gli appassionati di extraterrestri: la Cia ha ammesso che i presunti Ufo avvistati tra gli anni ’50-’60 erano frutto di test segreti dell’intelligence. In un documento svelato dalla stessa agenzia risulta che gli avvistamenti si riferivano ai test compiuti degli aerei spia U-2. Nell’account ufficiale su twitter, la Cia scrive: “Le notizie sull’attività inusuale nei cieli negli anni Cinquanta? Siamo stati noi”. L’aereo testato dalla Cia era in grado di volare a 70mila piedi, un’altitudine che all’epoca sembrava impossibile all’uomo poter raggiungere, facendo sospettare, specialmente ai piloti, che qualcosa di strano stesse accadendo nei cieli. “In quegli anni, la maggior parte degli aerei commerciali volava a 20mila piedi e quelli militari a 40mila”, si legge nel documento pubblicato con tanto di link. “Di conseguenza, una volta che gli U-2 iniziarono a volare sopra i 60mila piedi, i controllori del traffico aereo iniziarono a ricevere testimonianze dell’avvistamento di Ufo”. La Cia, in realta’, fece un controllo incrociato con le segnalazioni e i suoi registri di volo, ma quando capi’ che si trattava degli aerei spia U-2 mantenne il silenzio, sottolinea il documento. Il rapporto fa parte dei documenti declassificati nel 2013 che rivelarono l’esistenza della famosa Area 51 nel Nevada, la base top-secret militare dove venivano fatti vari test.

L’esistenza degli Ufo è uno di quei temi che appassionano di generazione in generazione. Intorno al fenomeno è sorto nel tempo un vero e proprio business: libri, film, telefilm. Già dagli anni 60, con Star trek e con la serie Blue book, si viaggiava su due piani differenti: la voglia di esplorare lo spazio e la possibilità che qualcuno invece monitorasse proprio noi. Il Project Blue Book – poi trasformato in una serie tv – fu l’ultimo di una serie di studi sistematici condotti dell’aeronautica militare statunitense (Usaf), tra il 1947 e il 1969, sugli avvistamenti di oggetti volanti non identificati (Ufo, Unidentified Flying Object o Unknown Flying Object) nel territorio statunitense e in buona parte delle Americhe e dell’Europa.

Lo scopo delle indagini era quello di determinare se gli Ufo costituissero una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e, in subordine, di classificare e analizzare scientificamente tutti i dati raccolti dall’aeronautica statunitense sul fenomeno. Avviato nel 1951, il progetto Blue Book venne formalmente concluso il 17 dicembre 1969 dopo aver indagato 12 618 casi di avvistamento, 701 dei quali (poco più del 5%) rimasero classificati come “non identificati”.

La decisione di interrompere il progetto maturò in seguito alla pubblicazione del rapporto conclusivo (intitolato “Scientific Study of Unidentified Flying Objects”, ma più noto come Rapporto Condon) di uno studio sugli Ufo condotto – tra il 1966 e il 1968 – dall’Università del Colorado sotto la direzione del fisico nucleare statunitense Edward Condon. Il rapporto Condon aveva concluso che 21 anni di studi sugli Ufo non avevano prodotto nulla di rilevante dal punto di vista scientifico, non mostravano alcuna evidenza di sviluppo tecnologico e principi sconosciuti alla scienza moderna, né prova di essere veicoli extraterrestri.

Insomma, non esiste alcuna prova né possibilità concreta che gli Ufo esistano. Nonostante ciò, l’immaginario collettivo ha galoppato (e continua a farlo).

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